2.4.21

Coraggio Volpi,

molla quella poltrona

 


di Roberto Buonasorte

Due cose in democrazia non debbono mai esser messe in discussione: la libertà di stampa, o se volete la correttezza  dell'intero sistema dell'informazione, e il controllo della sicurezza interna di un Paese esercitato attraverso gli organi di garanzia che vigilano sull'operato dei servizi segreti.

Orbene, come tutti gli organismi di garanzia - vuoi per prassi consolidata, vuoi per precise disposizioni contenute nelle apposite leggi istitutive - sono presieduti, ovviamente, da esponenti dell'opposizione (o della minoranza, come ama definirla il compagno, generalmente incline al politicamente corretto sotto ogni sua forma, anche lessicale).

Nel nostro Paese, alle prese con la pandemia, che del resto ha investito l'intero pianeta, da qualche mese c'è un governo che vede tutte le forze parlamentari alleate a suo sostegno tranne Fratelli d'Italia.

E ci sono due organismi, la Commissione sulla vigilanza dei servizi radiotelevisivi, e il ben più importante COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che vigila sull'operato dei servizi segreti, che sono presieduti da due parlamentari oggi in maggioranza: Alberto Barachini di Forza Italia per il primo e Raffaele Volpi della Lega per il secondo che però, prima dela nascita del governo Draghi erano all'opposizione.

I cosiddetti giornaloni, e per diverse motivazioni anche alcuni giornali con minore diffusione, tendono ad ignorare i temi appena posti,  ma non esitano a  buttarsi a capo fitto gridando al regime quando si chiudono le scuole, si impediscono gli spostamenti, si invita ad evitare assembramenti.

Il regime, scrivono...

Registriamo con soddisfazione che nell'incontro di qualche giorno fa tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, il segretario del PD ha preso l'impegno di convincere le altre forze della maggioranza ad affrontare il tema cercando di arrivare alle dimissioni del leghista Volpi dalla presidenza del COPASIR. Bene.

Stupiscono invece, sul tema, almeno tre comportamenti.

Il primo è che in un momento così delicato per il nostro Paese - anche sotto l'aspetto della sicurezza - il leghista Volpi (pur di non affrontare il tema delle dimissioni) da oltre settanta giorni non convoca l'Organo.

Il secondo, a parte pochi isolati esempi, una certa stampa (impegnata quotidianamente a "sparare" su chiunque anche se colpevole solo di avere un'unghia incarnita) tace su un argomento così delicato e drammaticamente serio.

Il terzo riguarda il Capitano: davvero pensa, Salvini, che consentendo questa fuga di Volpi, pur di non mollare la poltrona, gli porti benefici?

O non sarebbe meglio farlo dimettere, togliendo così l'arma a chi (certamente in malafede) negli ultimi giorni butta letame nel ventilatore facendo intuire che mantenendo questa presidenza Salvini vorrebbe coprire, condizionare o rallentare chissà quali "attenzioni" gli avrebbero riservato.

Forza Capitano, chi si candida a diventare uno statista mica gioca così con le istituzioni.