74 anni fa, nello studio del padre di Arturo
Michelini,
Almirante, Romualdi ed altri diedero vita
alla più entusiasmante esperienza politica del
XX secolo:
nasceva il Movimento Sociale Italiano
BUON COMPLEANNO!
di
Roberto Buonasorte
Quanto
l’abbiamo amata quella fiamma tricolore!
L’abbiamo
amato e onorato fino alla fine, quel simbolo che per mezzo secolo ha
rappresentato e racchiuso in sé la pulizia morale, la lotta alla
partitocrazia, alla corruzione dilagante, al clientelismo più sfacciato.
Chi
giovanissimo, come molti di noi, entrò per la prima volta in una sezione del Movimento
per chiedere di iscriversi, non lo faceva certo con la speranza di ottenere in
futuro un privilegio, un posto di lavoro, una cortesia; no, eravamo animati
unicamente dalla voglia di lottare per affermare quella giustizia sociale che
democristiani e comunisti dicevano sì di voler raggiungere, ma purtroppo solo a
parole.
Noi
eravamo l’alternativa al sistema
Fuori
dai giochi di palazzo e per quarant’anni fuori dall’arco costituzionale, i
missini hanno rappresentato davvero un argine alla prepotenza dei potenti di
turno, tanto da ottenere, molto spesso, i più importanti successi elettorali
proprio nelle periferie e nelle borgate popolari ormai abbandonate dai
compagni.
Quelle
battaglie, negli anni Settanta, hanno dato vita ad una lunga scia di sangue.
Le
sezioni missine erano ben individuabili e dunque facili bersagli per gli
attentati dei compagni che mal digerivano quella politica autenticamente
popolare portata avanti – soprattutto dai ragazzi del Fronte della
Gioventù - nelle zone più degradate delle periferie.
Ma
non solo lotte popolari
Il
Movimento e il Fronte – più il secondo, a
dire il vero – nell’arco di cinquant’anni sono stati precursori di temi che
soltanto anni dopo sarebbero entrati a pieno titolo nel dibattito prima e nell’agenda
politica poi: l’ala del partito più vivace, in termini di idee rivoluzionarie e
anticipatrici dei tempi, fu sicuramente quella rautiana.
Si
devono infatti agli uomini vicini a Pino Rauti le tesi più moderne che
mai si siano affrontate in quegli anni: dalla tutela dell’ambiente (i Verdi
ancora dovevano nascere…) alle politiche per la natalità, fino ai Campi
Hobbit (fucina per molti ragazzi che in futuro sarebbero arrivati ai
vertici delle Istituzioni) e alla lotta al consumismo, che invece per la
maggioranza delle persone dell’epoca era un modello da prendere ad esempio
anziché combattere; questo solo per fare alcuni esempi.
Per tanti giovani intellettuali, da Marco Tarchi a Biagio Cacciola, da Pietrangelo Buttafuoco fino al compianto Marzio Tremaglia, quella fu una vera palestra politica che poi in seguito li avrebbe portati a divenire apprezzati professori, saggisti e giornalisti.
Quel
26 dicembre del 1946
Era
un giovedì, quel 26 dicembre del 1946, quando presso lo studio del padre di Arturo
Michelini – che in seguito ne diventerà Segretario nazionale – Giorgio Almirante,
Pino Romualdi ed altri diedero vita ufficialmente al Movimento Sociale
Italiano.
Quel
manipolo di uomini, quasi tutti reduci della Repubblica Sociale Italiana, tra i
tanti meriti che ebbero nel corso di cinquant’anni di attività politica, in primis
forse c’è quello di aver dato una casa a centinaia di migliaia di italiani che
a conclusione del conflitto mondiale erano sbandati, senza più riferimenti.
L’azione
lodevole di quegli uomini fu quella di portare quegli italiani in un contesto “democratico”
ed in seguito persino nelle Istituzioni rappresentative.
Oggi
per molti parlare di Almirante, Romualdi, Rauti, Michelini, Baghino; e
ancora, Servello, Pazzaglia, Valensise, Tremaglia, Niccolai e tanti
altri ancora, dice poco; ma se non ci fossero stati loro non ci saremmo noi...
E
oggi come allora – riesumando lo slogan del primo congresso del 1948 – possiamo
riaffermare “Non rinnegare, non restaurare”. Questo vale anche
per la destra dei nostri giorni che è indubbiamente in mani sicure, consapevoli
che le radici profonde non gelano mai, e per concludere - prendendo in prestito
Pierangelo Bertoli - potremmo dire “…con un piede nel passato e lo
sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Buon
compleanno, Movimento Sociale Italiano!