30.8.20

 

Solo la Meloni può avere un ruolo importante da nord a sud, esattamente come lo ebbe Alleanza nazionale 

SALVINI IN DIFFICOLTA’



Il Capitano costretto a richiamare in servizio Bobo Maroni

Si avvera dunque la profezia di Bossi?

 

di Roberto Buonasorte

 

Il Senatur, anche se malconcio, se ne intende ancora oggi della questione settentrionale, e aveva avvertito Salvini. Quando il Capitano ha imposto alla Lega nord la svolta nazionale cercando di andare a sfondare nel centro sud, il vecchio Bossi cercò di farglielo capire in tutti i modi: “Lascia stare Matteo, noi siamo nati per difendere le ragioni del nord operoso e produttivo a differenza di un centro ed un meridione d’Italia che vive di evasione e assistenzialismo”. E ancora: “Può darsi che all’inizio quelli ti seguono, ti applaudono, ma poi ti mollano per salire sul nuovo carro del vincitore, come è loro abitudine...”. Ma lui - Salvini - niente, va avanti come un treno e si gasa, impazzisce nel sentire il napoletano che dal balcone del quartiere Sanità gli grida “Jamme Salvini, ‘e napuletane stann c’u te”. E che impressione sentire il pugliese (e però la Lega in quella regione ha commissariato il partito con un abruzzese...) con quell’accento inconfondibile gridare “Ma-ttééé-o”, “Ma-ttééé-o”. 

Sulla fine che farà la Lega in Sicilia, terra sempre anticipatrice degli eventi, ci asteniamo dal dare giudizi. Lì può succedere di tutto.

Nando Pagnoncelli proprio ieri, sul Corriere, ha pubblicato l’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto nelle prossime regionali in Campania; De Luca vincerebbe con oltre 20 punti di vantaggio, e a nulla servirebbe – per il povero Caldoro -  il raddoppio di voti a Fratelli d’Italia che passerebbe dal 5,8% delle europee al 10,2%, e nemmeno il leggerissimo incremento di Forza Italia (che in Campania resterebbe il primo partito del Centro destra) passando dal 13,7% delle Europee al 14%. Tutto ciò non basta, perché la Lega crollerebbe dal 19,2 delle ultime Europee ad un misero 3,3. Proprio così, poco più del 3 per cento...

Si dimostra dunque - esattamente come fu per Alleanza nazionale - che solo Fratelli d’Italia può avere un ruolo da protagonista nel Paese, e muovendosi sulle orme di Fini (solo fino a quando Gianfry non è impazzito inanellando una cazzata dietro l’altra) potrà ottenere successi fino a qualche mese fa inaspettati. 

Intanto, sempre dalle indiscrezioni di stampa di ieri - non smentite, anzi... - sembrerebbe che Salvini abbia chiesto a Bobo Maroni di tornare in campo offrendogli, addirittura, la candidatura a sindaco di Varese nella imminente scadenza del 2021. È lo stesso Maroni che Salvini ha fatto fuori da Presidente della Lombardia preferendogli quel Fontana che tanto ha fatto parlare di sé durante l’emergenza Covid. Il Capitano dunque richiama in servizio la vecchia guardia fiutando, probabilmente, quella fronda che da Bossi a Giorgetti, da Maroni fino anche a Calderoli potrebbe, subito dopo le regionali, metterlo sotto accusa con il rischio di fare la stessa fine (e anche questo lo anticipammo sul nostro blog) dell’altro Matteo?

Non sappiamo, vedremo...

Il fronte cosiddetto “sovranista”, intanto, si prepara ad un derby surreale e all’ultimo sangue nel Lazio (in particolar modo nel sud del Lazio) dove, anziché andare unito e compatto, la Lega ha stretto un patto con Forza Italia nel tentativo di ridimensionare Fratelli d’Italia che in quella provincia - oltre a poter contare su una classe dirigente di alto livello - ha avuto la “colpa” di eleggere  furor di popolo addirittura un Parlamentare europeo, l’ex Sindaco di Terracina Nicola Procaccini. Questo ha indotto l’altro terracinese, Francesco Zicchieri, coordinatore regionale della Lega, a stringere un patto di ferro con il coordinatore regionale di Forza Italia, senatore Claudio Fazzone, nel tentativo di isolare il partito della Meloni. Operazione che non riuscirà: le manovre di palazzo contro il popolo sovrano hanno sempre portato male. Anche a Terracina: quando proprio il resto del centrodestra sfiduciò l’allora sindaco Procaccini, la città venne chiamata a votare di nuovo. Chi vinse? Ovviamente Procaccini, e la stessa cosa accadrà tra tre settimane: “non a Fondi però!”, replicano piccati i signori delle tessere e delle clientele locali. Ma mai dire mai...

 

19.8.20

LEGA NERD 


di Roberto Buonasorte

Son passate settimane e mesi da quel “lontanissimo” agosto del 2019 eppure, politicamente, pare trascorso un secolo se non più.

Si avvicinano le elezioni regionali del prossimo settembre (sempre che non le rinviino per la seconda volta, per via del Covid…) e il leader della “Lega” appare sempre più isolato, confuso; punta ai “social”, Salvini, anziché impegnarsi a promuovere convegni di livello, dibattiti plurali, confronti. 

Sembra un pugile suonato che ha perso la bussola; si rinchiude ogni giorno nel suo isolamento dorato, irreale, fatto di selfie e foto al mattino con cappuccino e cornetto, nel pomeriggio con anguria o gelato, e la sera con pizza e birra a volontà.

Immagini, frazioni di secondo, clic, social, like: è l’incredibile mondo di Salvini che ha trasformato la “Lega Nord” in “Lega nerd”, potremmo dire, tanto per sintetizzare…

Non è un caso, né un’opinione isolata di qualche sondaggista nemico, se tutti gli istituti di ricerca sono concordi nel rilevare che il partito di Salvini è in caduta libera; c’è chi sottolinea che in un anno avrebbe perso, addirittura, più di dodici punti passando dal 37 attribuito subito dopo le europee al 23/24 di oggi.

Se così fosse significherebbe aver lasciato sul campo qualcosa come 3 milioni di voti. Tre-mi-lio-ni! Un colpo durissimo, devastante.

Bene, e se al sud – come hanno dimostrato le regionali in Calabria e come dimostreranno probabilmente quelle pugliesi e campane – le cose per la Lega non andranno bene, eccezion fatta per il Veneto, Salvini dovrà inesorabilmente registrare un arretramento anche nel centro nord, a partire dalla Liguria per poi raggiungere anche le Marche e persino la Toscana dove correrà la “sua” Ceccardi nonostante il coraggio, la bravura e la determinazione che sta caratterizzando la durissima campagna dell’eurodeputato del Carroccio.

Un colpo, insomma, che dalle Alpi alla Sicilia attraverserebbe l’intera lingua di terra che si estende nel Mediterraneo.

Si avvererà, quindi, quella profezia che l’Umberto esplicitò in molte occasioni prevedendo che la svolta nazionale impressa da Salvini alla Lega nord ne avrebbe snaturato anima e corpo, portandola dunque al suicidio?

Per ora si direbbe di no, perché - va detto con molta onestà e chiarezza – quando un elettore su quattro ti vota, tanto di cappello, ci mancherebbe altro…

Ma conoscendo e studiando a fondo – almeno in Italia – che fine han fatto quei partiti che anziché far crescere i territori e la classe dirigente periferica in base a principi ispirati all’onestà e alla meritocrazia, hanno personalizzato il partito ad immagine e somiglianza del “Capo” (quasi sempre circondato da una corte ossequiosa e servile), Matteo Salvini se non cambia registro rischia di fare quella fine: di Matteo Renzi, Antonio Di Pietro, Gianfranco Fini, tanto per fare alcuni esempi molto significativi.

Salvini quindi - a nostro modesto parere - si trova innanzi ad un bivio: o recupera quella vocazione autenticamente popolare - fatta di sangue e merda - che ha sempre caratterizzato i partiti radicati, veri, fatti di uomini e donne in carne ed ossa, oppure cederà alla rete, alle emozioni del momento - che, in quanto tali, emozioni rimarranno - e continuerà sul quel sentiero (apparentemente ampio all'inizio, ma che in realtà si restringerà sempre più) impervio e che lo porterà sull'orlo del precipizio.

A quel punto ogni inversione, retromarcia, ravvedimento, pentimento, saranno inutili.

Il bivio è vicino ma non ancora superato, di tempo ve ne è poco ma comunque c'è: al Capitano non sbagliare tempi e mosse.