Il Commento
Il Governatore Attilio Fontana diffonde allarme
facendo una diretta assolutamente inopportuna
FATE PACE!
Mentre l’altro Matteo sale al Colle per chiedere di riaprire tutto
e cerca di comunicare ottimismo
Avrebbe anche chiesto, a Mattarella, di valutare l’ipotesi
di far slittare la data del Referendum sul taglio dei parlamentari
Vecchia volpe…
di Roberto Buonasorte
Tutte le prime pagine
dei quotidiani di ieri contenevano la foto che ritraevano Attilio Fontana,
Presidente della Regione Lombardia, con la mascherina antivirus sul viso.
La collaboratrice del Governatore
In realtà non era una foto ma un frame di una diretta Facebook – in questi
nostri tempi sembra che senza social non si possa vivere… - attraverso il quale
il Governatore annunciava che nei prossimi giorni avrebbe girato così non
perché fosse risultato positivo al test, ma perché lo è una sua collaboratrice.
Non sono un medico, ma un curioso, che per il fatto di voler commentare le notizie e gli eventi più
importanti, ho il dovere di essere sempre informato; e dunque come prima cosa,
vien da scrivere che la mascherina semmai la deve indossare chi è stato colpito
dal virus e non chi è risultato negativo, caro Presidente.
E ancora: una figura
istituzionale importante – qual è il Presidente della Regione più ricca e
produttiva del Paese – non si rende conto che con una foto del genere anziché
comunicare ottimismo contribuisce a diffondere allarmismo, paura, blocco dei
consumi, crisi?
Fermatevi, sembrate tutti impazziti
Ma è mai possibile che
ai nostri giorni persino chi fa politica sta nelle mani dei guru della
comunicazione? “Social media manager” si chiamano; essi nascono per lanciare e promuovere
prodotti commerciali: c’è una nuova linea di maglieria intima? Ecco il mago
della comunicazione e il prodotto vola nelle vendite, esce il nuovo telefonino? Arriva il
social manager e tutti i cretini te li ritrovi in fila davanti al negozio per
accaparrarsi l’ultima novità; tramonta la novità? L’oggetto si rottama e si
passa ad uno nuovo.
Ma la politica, o meglio, il pensiero politico, non è un telefonino e neppure un’attrice che ha bisogno di
continui lifting perché non si rassegna all’inesorabile trascorrere del tempo.
Certo la politica ha il dovere di rinnovarsi e saper dare risposte alle sfide
nuove che la globalizzazione ha imposto, ma passare - come era un tempo - dall’avere
uno staff composto da giuristi, consiglieri diplomatici, filosofi, ai Rocco
Casalino (e lo scrivo con rispetto verso la persona) vuol dire aver toccato il
fondo.
Lega di lotta e di Governo
Sempre per restare nel
campo della strategia comunicativa, ieri l’altro Matteo – quello che i suoi
chiamano il Capitano, per intenderci – è salito al Colle.
Mentre cioè Fontana si
mette la mascherina, Salvini fa l’istituzionale, il responsabile. Lega di lotta
e di governo, potremmo dire per fare un accostamento alla doppiezza del PCI e alla
strategia di Berlinguer che negli anni ’70 voleva da una parte avvicinarsi alla
DC nell’area governativa e dall’altra mantenere il controllo delle piazze che
protestavano...
Peccato che proprio
Salvini per giorni abbia diffuso allarme tra la popolazione italiana sparando a
pallettoni contro il governo, esattamente il contrario di quanto nelle stesse
ore faceva Giorgia Meloni, la quale si rendeva invece disponibile a qualsiasi forma di
collaborazione pur di mettersi a disposizione del proprio Paese: si chiama amore, patriottismo, lungimiranza. Altra questione poi è il giudizio su questo governo di falliti che prima va a casa meglio è.
E probabilmente, visto che
da agosto non ne azzecca più una, mentre la Meloni – sondaggi alla mano – va fortissima,
anche per la coerenza che contraddistingue la sua azione, Salvini ha fatto l’ennesima
capriola; ha indossato l’abito scuro ed è andato dal Capo dello Stato per
chiedere di riaprire tutto, far ripartire la produzione, insomma diffondere tranquillità…
L'ambiguità sul taglio dei parlamentari
Ed infine, anche se ufficialmente la notizia è stata smentita, avendolo annunciato prima di salire al Colle, Salvini avrebbe chiesto al Capo dello stato di verificare la possibilità di far slittare la data del referendum - convocato per il 29 marzo - sul taglio del numero dei Parlamentari.
Anche qui c'è il solito giochetto dei leghisti che da una parte votano per ben quattro volte la legge sul taglio e poi vanno a rimorchio dei radicali prestando le firme di alcuni loro Senatori per chiedere il referendum confermativo.
Ma ormai il trucco lo hanno scoperto tutti: l'unica cosa che interessa alla Lega è andare a votare con la legge attuale, e soprattutto per 1000 parlamentari anziché 600.
Vecchia volpe di un Salvini...
Anche qui c'è il solito giochetto dei leghisti che da una parte votano per ben quattro volte la legge sul taglio e poi vanno a rimorchio dei radicali prestando le firme di alcuni loro Senatori per chiedere il referendum confermativo.
Ma ormai il trucco lo hanno scoperto tutti: l'unica cosa che interessa alla Lega è andare a votare con la legge attuale, e soprattutto per 1000 parlamentari anziché 600.
Vecchia volpe di un Salvini...