Se anche un bravo editorialista qual è Renato Farina cade nell’errore di definire estremo il movimento politico guidato da Giorgia Meloni, vuol dire che c’è molto ancora da lavorare
MA NOI NON SIAMO
LA DESTRA - DESTRA
di Roberto Buonasorte
Due fatti accaduti nelle ultime 24 ore hanno suscitato la mia
curiosità.
Primo: il consueto sondaggio del lunedì di SWG per il Tg de
La7 condotto da Enrico Mentana e che vede ormai Fratelli d’Italia ad un
solo decimale (20,5%) dalla vetta e dunque ormai prossimo a diventare (almeno
nelle intenzioni di voto degli italiani) il primo partito.
Secondo: la lettura, stamane, dell’articolo a firma
dell’editorialista Renato Farina, pubblicato sulla prima di Libero
dal titolo “Occhio Giorgia, la destra – destra non sfonda”.
Considerazione, questa, fatta da Farina in un improbabile
parallelismo con il partito di Marine Le Pen, all’indomani delle elezioni
regionali francesi che, tranne nella regione Alpi-Provenza-Costa Azzurra,
hanno evidenziato un grande flop per il partito di estrema destra.
Ora, se in merito alla costante crescita di Fratelli d’Italia
nessuno di noi aveva mai avuto dubbi, sulla definizione di “destra-destra” c’è
abbastanza da scrivere.
I fatti – quelli veri e non la propaganda – stanno a
dimostrare non solo che il popolo italiano apprezza sempre più un partito che,
scegliendo di rimanere all’opposizione, ha rinunciato a comode poltrone
ministeriali, ma che è forse l’unico ad essere coerente, dote questa sempre più
rara in politica.
Ma, al di là delle teorie, veniamo ai fatti pratici che
smentiscono senza appello tutti coloro che vorrebbero dipingerci come estremi,
brutti e cattivi.
L’ALLARGAMENTO AL CENTRO
Ben prima delle elezioni europee di due anni fa la Meloni
aveva sentito la necessità di allargare il perimetro del partito (fino a quel
momento ancorato su posizioni abbastanza radicali e apparentemente chiuso
all’esterno), tant’è che molti si avvicinarono.
Sentimmo un po’ tutti la necessità – ma se ci consentite anche
il dovere – di dare una mano in una sfida che era poi per la vita o la morte:
si doveva superare lo sbarramento del 4%.
Entrammo insieme agli amici di Sergio Pirozzi
(personalmente senza chiedere nulla in cambio se non coltivare la passione più
grande, quella di continuare a fare politica, anche da semplice militante).
Entrarono i centristi di Raffaele Fitto, e così nel Lazio
arrivarono Ciocchetti e Maselli, e poi tanti altri ritorni ad
iniziare da due belle e rappresentative figure della destra romana e nazionale:
Andrea Augello e Roberta Angelilli.
La prova fu ampiamente superata e da allora è stata un’ascesa
inarrestabile.
LA COLLOCAZIONE IN EUROPA
Anche la scelta di abbracciare in Europa il Gruppo dei Conservatori
e Riformisti si è rivelata assolutamente vincente, non solo perché
rappresenta la terza famiglia - dopo quella dei Popolari e quella dei
Socialisti – ma perché alla Meloni viene data addirittura la presidenza del
partito, riconoscendo così alla leader di Fratelli d’Italia un ruolo
fondamentale nello scacchiere europeo, tanto da avere eco fino ad oltre Oceano.
LA LOTTA ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Anche sul tema della immigrazione clandestina l’approccio di
Giorgia Meloni è profondamente diverso rispetto a quello che vorrebbero attribuirle.
Probabilmente per via di quella cultura antirazzista che è
parte integrante del DNA politico della destra italiana (sin da giovani siamo
cresciuti con la parola d’ordine “aiutiamoli a casa loro”), a fronte
della indifferenza davanti a scene drammatiche di morti che affiorano in mezzo
al mare, Fratelli d’Italia da tempo propone la soluzione più sensata, quella
del blocco navale da attuare nelle zone di partenza di questi disperati, al
fine di impedire ai troppi speculatori di approfittare delle disgrazie di
popoli che fuggono dalla fame.
ALL’OPPOSIZIONE, MA DA PATRIOTI
Al di là della costante crescita, l’exploit di
Fratelli d’Italia è iniziato all’indomani della nascita del governo Draghi.
Una lettura superficiale porterebbe a giustificare il
fenomeno liquidandolo con un semplice “ovvio, è l’unico partito
all’opposizione…” ma non è così.
In realtà con la decisione di intraprendere una “opposizione
patriottica” – tradotto, appoggiamo per il bene dell’Italia i provvedimenti
che riteniamo giusti, e ci opporremo con tutte le nostre forze rispetto a
quelli che riteniamo dannosi per il Paese – la classe dirigente del partito non
solo appare coerente, ma soprattutto non specula augurandosi il famoso “tanto
peggio tanto meglio” anzi, è disponibile a dare una mano quando serve.
È racchiuso tutto in queste poche righe, il successo di
Fratelli d’Italia, che ha saputo evitare ogni tentazione di “destra-destra” per
ampliare la sua famiglia e mettere a disposizione degli italiani un’offerta
politica semplicemente di destra: moderna, giovane, occidentale e a forte
vocazione europeista; l’Europa dei popoli.