15.7.21

 

Per la prima volta nel CdA del servizio pubblico non ci sarà un esponente dell’opposizione

“Applicato il modello Corea del Nord” dice il Senatore di Fratelli d’Italia Fazzolari

Ti vergogneRAI


La costante crescita del partito guidato da Giorgia Meloni, evidentemente, terrorizza il Palazzo, ma non è certo con queste piccole manovre che si ferma l’avanzata della destra in Italia

 

di Roberto Buonasorte

Sul rinnovo dei vertici Rai, che in questi giorni prenderà definitivamente forma, la cosa che maggiormente stupisce è il silenzio di quei personaggi pronti sempre a sputare sentenze su tutto e tutti ma tacciono di fronte a questa vergogna che vede tagliata fuori l’opposizione nel CdA dell’organo più importante in una democrazia: la rappresentanza della minoranza nel servizio pubblico dell’informazione, la Rai appunto.

Stamane, con una nota molto efficace, è stato il Senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari a sintetizzare la situazione definendo, quello applicato dalla maggioranza di governo, il “modello Corea del Nord”.

In effetti mai prima d’ora era accaduto che l’opposizione fosse fatta fuori dalla Rai, e la cosa che più inquieta è che in questo momento in Parlamento di opposizione ve n’è una sola, Fratelli d’Italia.

Immaginiamo dunque cosa possa accadere nei prossimi mesi, che poi saranno cruciali perché ci si avvicina alle importanti elezioni amministrative d’autunno, a seguire l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e subito dopo verso le elezioni politiche del 2023; una lunga maratona che vedrà l’amministrazione Rai espressione dell’attuale maggioranza (che rappresenta il 95% del Parlamento) e l’altro polo televisivo, Mediaset, saldamente in mano della famiglia del Leader di Forza Italia…

Eppure un tempo la destra si caratterizzava con chiarezza per le sue battaglie in difesa del pluralismo dell’informazione; tra i più attivi si ricordano due pezzi da novanta della materia: Maurizio Gasparri (divenuto poi Ministro delle telecomunicazioni nel secondo Governo Berlusconi) e Francesco Storace, Presidente della Vigilanza Rai e grande sostenitore del pluralismo al punto che arrivò financo a difendere l’operato di quel Tg3 (che chiamavamo TeleKabul) diretto dal comunista mai pentito Sandro Curzi.

Altri tempi... Tempi di una politica con la P maiuscola, tempi in cui si scendeva in campo – pur di difendere la democrazia – anche al fianco dell’avversario di turno, se necessario.

Tutt’altra storia quella dei giorni nostri, ove con il miraggio di conquistare un seggio parlamentare, si dimenticano le antiche battaglie, ci si accuccia al volere del padrone di turno e si rinnega persino il recente passato.

Eccezion fatta per Elio Vito, che si è notato attraverso un flebile comunicato, silenzio assoluto, a ciascuno di loro vorremmo dire: ti vergogneRAI…

 

 

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