11.10.20

NON  È GILETTI




di Roberto Buonasorte

Venti giorni fa lo davano quasi certo candidato sindaco di Torino (sua città natale) per il centrodestra, da qualche giorno per quello di Roma; una specie di Stefano Parisi: un candidato buono per tutte le stagioni perdente sia a Milano che nel Lazio.

Egli è Massimo Giletti, da qualche tempo sotto scorta per via di alcune minacce ricevute dai boss della mafia a seguito di inchieste sugli stessi.

Bravo giornalista, Massimo Giletti, senza dubbio; anche molto abile aggiungiamo noi.

Approdato in Rai giovanissimo, diviene molto amico di Fabrizio Del Noce, fa tutta la trafila per poi giungere a condurre trasmissioni di successo, i maligni gli attribuiscono anche una storia con l’affascinante eurodeputata del PD Alessandra Moretti.

Da qualche anno – dopo aver rotto con la Rai dove conduceva “L’ARENA” - approda alla corte di Urbano Cairo su La7 per condurre NON È L’ARENA”.

Avrebbe potuto fare l’industriale, Giletti, ed occuparsi della florida azienda paterna e fare la vita da ricco – si dice che la famiglia viva addirittura in un castello – e invece no; la passione per il giornalismo lo porta altrove.

Pur di fare audience è disposto a tutto, usa magistralmente la telecamera, gli va incontro battendo gli occhi - una sorta di Gianfranco Funari in chiave moderna – che è sempre molto efficace e se vogliamo anche un po' chic...

Da una cultura che si potrebbe definire liberale, negli anni del craxismo rampante si avvicina a quella socialista affiancando Giovanni Minoli a "Mixer", ma quando prende piede il Movimento 5Stelle Giletti diventa populista e giustizialista, una specie di Marco Travaglio della televisione...

Oggi che i seguaci di Grillo e Di Maio sembrano caduti in disgrazia, il nostro si è spostato su Salvini il quale però, a sua volta, sta meditando di mollare la Le Pen per virare - come ha detto lui stesso qualche giorno fa - verso un approdo di tipo liberale.

Ora qualcuno, tornando alle imminenti comunali di Roma, dovrebbe spiegare cosa c'entra l'idea di proporre Sindaco di Roma il neo populista-giustizialista Giletti con la rivoluzione liberale invocata dal "Capitano", come ha bene ricordato qualche giorno fa lo storico esponente socialista Donato Robilotta.

Non abbiamo bisogno di prestati alla politica: i danni o l'inefficienza di ex imprenditori, ex attori, ex calciatori, ex pornostar, ex giornalisti, ex sindacalisti/e li abbiamo visti e in alcuni casi anche toccati con mano. 

Per chi ancora crede nella buona politica, stia meno sulla rete, dietro i guru dei sondaggi, e un po' più tra le persone; partiti e movimenti che possono vantare una buona classe dirigente giovane e fresca presente sui territori, la valorizzi, la faccia crescere e i buoni risultati arriveranno, sia per Roma che per il Lazio. La politica non deve vergognarsi di se stessa anzi, proprio facendo tesoro degli errori del passato, deve ripartire da lì: dai Municipi, dai Consiglieri di Roma Capitale, da quelli regionali.

Così come non rimpiangiamo i giornalisti prestati alla politica tipo Michelini, Badaloni o Marrazzo, diciamo con chiarezza che il candidato per Roma "NON È GILETTI", continui a condurre "NON È  L'ARENA", gli si addice molto meglio.



 

 

1 commento: