Il diplomatico, oggi ambasciatore d’Italia a
Singapore, era stato duramente attaccato dalla stampa di sinistra dopo la sua
ultima nomina
VATTANI OTTIENE GIUSTIZIA
Nella petizione va rimossa “fake news”, direttore di Next
pagherà oltre 7 mila euro di spese processuali, lo ha stabilito il Tribunale di
Genova
Tra i firmatari di quell’appello anche Montanari e Scanzi
di Roberto Buonasorte
Chi conosce Mario Vattani ne apprezza molte qualità: studente
modello, docile, forbito nell’eloquio, molte lingue studiate e parlate alla
perfezione, passioni per la musica, la pittura, la scrittura.
Carriera diplomatica da record; primo del suo concorso a soli
25 anni, a 29 è destinato a Washington, poi console al Cairo, funzionario dell’ambasciata
italiana a Tokyo, a 45 anni è ministro plenipotenziario e console generale ad
Osaka.
Oggi è ambasciatore d’Italia a Singapore.
Alcuni giornalisti, vuoi sotto forma di direttore responsabile
di testata, vuoi (in modo furbesco ed ingannevole) con la qualifica di “direttore”, magari di un blog, pensano di avere una sorta di impunità per cui gli è consentito tutto.
Diffamare, creare ad arte macchine del fango, usare la rete per
fare “marchette” o magari per “sdebitarsi” verso chi con te è stato generoso in
passato, è divenuta purtroppo una consuetudine sempre più frequente.
Non è certo questo il caso di Next quotidiano e del suo direttore
Lorenzo Tosa, giovane giornalista ligure in passato vicino ai 5Stelle, che però
la condanna se l’è beccata ugualmente.
All’indomani della nomina di Mario Vattani ad ambasciatore d’Italia
a Singapore, avvenuta a fine aprile di quest’anno, si è scatenato il solito putiferio:
dall’ANPI fino al Parlamento, attraverso una interrogazione
firmata dal PD Morassut, tutti contro Mario Vattani per via delle sue simpatie
giovanili verso la destra ed un brutto episodio relativo ad un’aggressione
avvenuta a Roma nel lontano 1989 al cinema Capranica, accusa però infondata in
quanto il neo ambasciatore fu assolto con formula piena “per non aver commesso
il fatto”.
E qui entra in gioco Tosa con il suo Next quotidiano: nominato
direttore appena tre mesi prima egli pensa bene di lanciare una petizione
aperta su change.org per chiedere la revoca della nomina di Vattani reo di aver
partecipato alla famosa aggressione del 1989, senza tenere conto invece dell’avvenuta
assoluzione del diplomatico italiano, insomma una fake news.
Ovviamente tra i firmatari non potevano mancare Andrea Scanzi
del Fatto Quotidiano e quel Tomaso Montanari, neo rettore dell’Università per
stranieri di Siena, finito nella bufera in questi giorni per le vergognose dichiarazioni
sulle foibe.
E’ stato paziente, Mario Vattani, si è rivolto alla giustizia
e alla fine ha avuto ragione; Il Tribunale di Genova ha condannato Lorenzo Tosa
a pagare oltre 7 mila euro di spese processuali, ordinato di rimuovere la fake news e
corrispondere a Vattani 250 euro al giorno per ogni giorno successivo, dopo il
quinto dalla notifica del provvedimento, finché la falsa notizia non verrà tolta dalla testata.
Confesso che ieri sera quando intorno alle 19.30, scorrendo
le agenzie, ho letto il flash dell’Adnkronos ho provato un brivido: non solo
perché conosco Mario Vattani per averlo frequentato per un certo periodo nel
recente passato, ma perché ho pensato che comunque alla fine, in un modo o nell’altro,
tutto torna e non bisogna mai fare di tutta un’erba un fascio, anche nell’ambito
della giustizia che rimane sì uno degli argomenti più caldi (anche per via dei
referendum che incombono) ma guai a cadere nel populismo più becero.
All’ambasciatore d’Italia a Singapore giungano le nostre
felicitazioni e un sincero augurio di buon lavoro.
A Monterotondo si dice:
RispondiEliminaMO' AREVECCE