2.9.21

Il diplomatico, oggi ambasciatore d’Italia a Singapore, era stato duramente attaccato dalla stampa di sinistra dopo la sua ultima nomina

VATTANI OTTIENE GIUSTIZIA


Nella petizione va rimossa “fake news”, direttore di Next pagherà oltre 7 mila euro di spese processuali, lo ha stabilito il Tribunale di Genova

Tra i firmatari di quell’appello anche Montanari e Scanzi

 

di Roberto Buonasorte

 

Chi conosce Mario Vattani ne apprezza molte qualità: studente modello, docile, forbito nell’eloquio, molte lingue studiate e parlate alla perfezione, passioni per la musica, la pittura, la scrittura.

Carriera diplomatica da record; primo del suo concorso a soli 25 anni, a 29 è destinato a Washington, poi console al Cairo, funzionario dell’ambasciata italiana a Tokyo, a 45 anni è ministro plenipotenziario e console generale ad Osaka.

Oggi è ambasciatore d’Italia a Singapore.

Alcuni giornalisti, vuoi sotto forma di direttore responsabile di testata, vuoi (in modo furbesco ed ingannevole) con la qualifica di “direttore”, magari di un blog, pensano di avere una sorta di impunità per cui gli è consentito tutto.

Diffamare, creare ad arte macchine del fango, usare la rete per fare “marchette” o magari per “sdebitarsi” verso chi con te è stato generoso in passato, è divenuta purtroppo una consuetudine sempre più frequente.

Non è certo questo il caso di Next quotidiano e del suo direttore Lorenzo Tosa, giovane giornalista ligure in passato vicino ai 5Stelle, che però la condanna se l’è beccata ugualmente.

All’indomani della nomina di Mario Vattani ad ambasciatore d’Italia a Singapore, avvenuta a fine aprile di quest’anno, si è scatenato il solito putiferio:

dall’ANPI fino al Parlamento, attraverso una interrogazione firmata dal PD Morassut, tutti contro Mario Vattani per via delle sue simpatie giovanili verso la destra ed un brutto episodio relativo ad un’aggressione avvenuta a Roma nel lontano 1989 al cinema Capranica, accusa però infondata in quanto il neo ambasciatore fu assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”.

E qui entra in gioco Tosa con il suo Next quotidiano: nominato direttore appena tre mesi prima egli pensa bene di lanciare una petizione aperta su change.org per chiedere la revoca della nomina di Vattani reo di aver partecipato alla famosa aggressione del 1989, senza tenere conto invece dell’avvenuta assoluzione del diplomatico italiano, insomma una fake news.

Ovviamente tra i firmatari non potevano mancare Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano e quel Tomaso Montanari, neo rettore dell’Università per stranieri di Siena, finito nella bufera in questi giorni per le vergognose dichiarazioni sulle foibe.

E’ stato paziente, Mario Vattani, si è rivolto alla giustizia e alla fine ha avuto ragione; Il Tribunale di Genova ha condannato Lorenzo Tosa a pagare oltre 7 mila euro di spese processuali, ordinato di rimuovere la fake news e corrispondere a Vattani 250 euro al giorno per ogni giorno successivo, dopo il quinto dalla notifica del provvedimento, finché la falsa notizia non verrà tolta dalla testata.

Confesso che ieri sera quando intorno alle 19.30, scorrendo le agenzie, ho letto il flash dell’Adnkronos ho provato un brivido: non solo perché conosco Mario Vattani per averlo frequentato per un certo periodo nel recente passato, ma perché ho pensato che comunque alla fine, in un modo o nell’altro, tutto torna e non bisogna mai fare di tutta un’erba un fascio, anche nell’ambito della giustizia che rimane sì uno degli argomenti più caldi (anche per via dei referendum che incombono) ma guai a cadere nel populismo più becero.

All’ambasciatore d’Italia a Singapore giungano le nostre felicitazioni e un sincero augurio di buon lavoro.

 

 

 


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