9.3.21

IL RICORDO 

Ci ha lasciato in silenzio, ad appena 69 anni, facendo rimanere senza fiato una Comunità che nonostante molti atteggiamenti contraddittori, gli ha voluto bene

Checchino


 

di Roberto Buonasorte

 

Se dicevi Francesco Proietti Cosimi ai più non diceva nulla, ma appena pronunciavi Checchino

Scrivo un attimo dopo aver appreso la notizia e la memoria torna indietro.

Anche se confuso e ancora incredulo, quel lontano 1987 ce l’ho ancora chiaro in mente.

Fini girava in largo ed in lungo per la provincia di Roma essendo candidato alla Camera in questo Collegio; l’obiettivo era quello di superare, in termini di preferenze, Pino Rauti che nella lista – dopo Almirante – era il numero 2, mentre colui che dopo qualche mese sarebbe diventato il Segretario nazionale del MSI-DN era il numero 3.

Il luogo era Monterotondo, la mia città, l’evento una cena elettorale in un ristorante del centro storico; c’erano l’indimenticabile Ettore Ciancamerla, l’amico Pierluigi Fioretti, Livio Proietti, Gabriele Limido e tanti altri ancora.

In provincia Fini era quasi sempre seguito dal Maestro Giovanni Battisti, ma per tutti noi era semplicemente Giovannino (un vero Padre per molti giovani) e c’era pure Checchino, al suo seguito.

Fu in quella cena che Giovannino (che durante la sua lunga militanza politica ha sempre pensato agli altri e mai per se stesso) chiese l’impegno a Fini che qualora fossimo riusciti a farlo arrivare secondo, dopo Almirante, avrebbe assunto Checchino come suo portaborse.

All’esito del voto arrivò primo Almirante ma secondo Fini che scavalcò Rauti. Checchino venne assunto.

Da quel momento divenne sempre più l’uomo ombra del Capo.

Lo seguì nel bene e nel male, come tanti di quelli ai quali Fini diede molto (quando ancora ci stava con la testa).

Negli ultimi anni aveva rotto con Fini, per questo ci fece un po’ impressione vederli arrivare insieme sulla stessa auto in quel caldo agosto del 2014; ci trovavamo a Roma in piazza Don Bosco, ai funerali di Donato Lamorte.

Negli ultimi tempi, abbiamo appreso dalla rete, aveva ricominciato ad occuparsi di politica insieme ai suoi vecchi amici: Marco Martinelli, Luigi Celori ed altri ancora, anche perché – al di là del fatto che ricopri un incarico o meno – chi ha la politica nel sangue continua sempre a farla, tutti i giorni, tutte le sere, a volte fino a notte tarda.

Ci mancherà, di Checchino, quella spontaneità tipica della gente di provincia, “la sana provincia” per dirla alla Ciancamerla, ci mancherà quel dialetto mai abbandonato del tutto nonostante per anni abbia frequentato i Palazzi che contano fino ai piani più alti; ci mancherà persino quel suo ghigno, a metà tra il simpatico e lo strafottente, tipico di quelli che arrivando dalla lontana periferia, in questo caso ai confini con l’Abruzzo, arriva nella Capitale e frega tutti…

In fondo sei stato un grande, Onorevole Checchino.

 

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