28.7.19

LA CULTURA, CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE




di Anna Beatrice d’Assergi

È un tempo strano, quello che viviamo oggi. Un tempo in cui la perdita dei valori e delle tradizioni sembra avere la meglio, in cui il decadimento culturale fa il paio con una sempre più aspra contesa sociale. Ecco perché anche un blog come questo ha bisogno di uno spazio dedicato alla cultura. Uno spazio settimanale, in linea di massima, al quale potranno fornire contributi e apporti tutti coloro che orbitano nel mondo intellettuale che appartiene alla nostra area di riferimento politico e ideologico.
Gli intellettuali, appunto: la cultura per molti anni è stata
appannaggio quasi esclusivo della sinistra italiana. Spesso senza esserne in grado, essa si è prepotentemente arrogato il diritto di farne “cosa sua”. Eppure c’è un vasto mondo intellettuale, a destra. Persone preparate che, in un Paese per lungo tempo dominato dal pensiero globalizzato, hanno lottato per non farsi omologare, spesso a costo di essere definiti delle “pecore nere”. La battaglia culturale oggi ha significato proprio in senso anti globalizzante, una tendenza quasi automatica nei popoli che, aggrediti dal “McWorld”, reagiscono e combattono in difesa e a tutela di quelle tradizioni che sono la cultura vera e profonda del nostro Paese, dei suoi borghi, dei suoi sentieri, delle sue piccole e grandi realtà urbane e rurali, a tutti i livelli.
Ecco perché uno spazio culturale ha senso anche qui, su questo blog. Sarà un luogo virtuale dove vi racconteremo la cultura del Belpaese, le sue belle e immortali tradizioni, cercando di fare – anche noi che vogliamo sostenere Roberto Buonasorte in questa opera di diffusione dell’informazione – la nostra parte affinché esse non vadano perdute nei meandri del mondo globalizzato che livella tutto, dimentico troppo spesso dei tesori preziosi che vanno ad ogni costo salvaguardati, anche con l’informazione.

2 commenti:

  1. A me dispiace leggere sempre lo stesso articolo ogni due o tre anni, appare un pò ovunque da referenti di destra (o centrodestra, area che oggi credo non ci sia più). E' anche inutile da un punto di vista tecnico rilanciare degli argomenti senza riconoscere nell'editoria italiana chi ne ha parlato prima, purtroppo in questo modo dimostrare che non si ha il 'filo' della situazione. Bisognerebbe riconoscergli autorità come è giusto che sia. Io ho scritto già dal 2012-3 sia dalle pagine del Giornale d'Italia di Storace pubblicando poi addirittura 3 libri con l'editore di Pagine- collana 'I libri del Borghese', sull'argomento della sovranità nell'arte e nella cultura. Mi ricordo che il primo articolo si intitolava proprio così o: "Anche nei musei serve sovranità" parliamo del 2013, poi pubblicato in "Senza arte nè parte" nel 2014. Ma non vi sono state neanche da parte degli stessi colleghi del giornale nè succesivamente da parte dell'editore quell'impegno a preservare un lavoro che è il frutto di anni studio. Ognuno dovrebbe riconoscere le sue competenze e il suo ruolo in riferimento a quanto fatto. Ultimamente scrivevo su Gli Italiani Oggi, e anche lì -mi viene da ridere- nonostante avessi scritto per lo stesso editore il libro "Ridateci la Gioconda" (libro che ovviamente di semplice ha solo il titolo e che va letto per conoscerne i contenuti) sullo stesso giornale è uscito un articolo dal titolo "La Gioconda sta bene dove sta" di una collaboratrice che poi ha lasciato il giornale. Giornale internet che pretenderebbe di esprimere contenuti di destra, dello stesso editore che mi aveva pubbliato i libri. E allora? Serve forse maggiore lavoro e coraggio, più filantropia: ma se nella sinistra queste doti sono forse alimentate da una sfumatura costituzionale che le lega a certe aree politiche, nella destra questo impegno diventa totale e esacerbante. E allora non facciamo cultura solo a parole ma con i 'fatti' è questo quello che manca. Io non posso biasimare chi -successivamente a queste delusioni e di fronte a gravi impedimenti- si dedica solo all'arte, alla scrittura ma si astiene dall'impegno politico. Ed è per questo che molti non vanno più a votare o di quel mondo non ne vogliono più sapere... Spero di aver dato giusti suggerimenti a chi vuole fare bene.

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