7.3.20


L’ANALISI

IO STO CON MATTARELLA


Incredibile l’atteggiamento di Tv, giornali e giornaletti, siti e sitarelli
Tutti uniti nel creare allarmismo
L’esempio del Presidente e la bravura della Meloni

di Roberto Buonasorte


Ricordate il Cavaliere quando – tra le pernacchie dei compagni, e di Fini – in periodi di crisi cercava di infondere fiducia negli italiani dicendo che: “siamo un grande Paese” e che nonostante tutto “i ristoranti sono pieni”?
Aveva ragione.
Oggi, nel tempo del Coronavirus, soprattutto dai professionisti, commercianti, artigiani, dovrebbe alzarsi forte la voce della speranza contro i disfattisti; e così dovrebbero fare anche i mezzi di informazione.
Certo, il diritto di cronaca è sacro, ma lo sciacallaggio no!
Non si può da un lato schierarsi al fianco del popolo delle partite iva, e dall’altro fare terrorismo, mandare in onda immagini di anziani intubati, intervistare disperati che infangano tutto pur di poter attaccare chi oggi è al governo e dunque sperare di raccattare qualche voto giocando con la paura delle persone.
La storia ci ha insegnato che agitando le paure si fa una brutta fine. Ora, al di là della piccola propaganda fatta da qualche giornaletto, sito o sitarello, stupisce la rozzezza impressa da certa TV e da certi giornali:  un massacro pur di fare audience, copie, clic, mi piace…
No, l’Italia ha bisogno – come titolava ieri “L’Avvenire” diretto da Marco Tarquinio, riprendendo le parole del presidente Mattarella, di “Fiducia. E serietà”.
Già, fiducia e serietà; poi arriverà pure il tempo delle elezioni e di un governo che faccia davvero gli interessi degli italiani, ma fino a quel momento occorre pensare al bene comune, come ha ben capito la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che anticipando tutti - come al solito - in un periodo di grande crisi ha dato la sua disponibilità a collaborare con chi per il momento "governa" pur di aiutare il Paese.
E' così che si comportano gli statisti; gli altri, piccoli uomini - e ce ne sono molti in circolazione - in quanto tali andranno a sbattere ed è giusto che poi finiscano nell'oblio: dimenticati.  

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