13.2.21

ALMENO TACETE

 


di Roberto Buonasorte

Abbiate almeno la sensibilità di tacere, signori dell’informazione, cerchiobottisti di professione; pronti a tutto pur di sperare in qualche strapuntino.

Ricapitolando: la grande ammucchiata, che va da Giancarlo Giorgetti a Laura Boldrini – passando per Speranza, Boschi e Di Maio – dalla settimana prossima, una volta ottenuta la fiducia dalle Camere, governerà in nostro Paese per i prossimi due anni (forse).

Una maggioranza bulgara, almeno sulla carta, e che nei sogni del Presidente Mattarella e del Presidente Draghi ha l’obiettivo di tirar fuori dalle secche l’Italia, far ripartire l’economia, sconfiggere il virus. Bene.

Ora, a parte Silvio Berlusconi che sin dall’inizio ha tifato per la nascita di un governo con tutti dentro, e Giancarlo Giorgetti al quale va dato atto che è riuscito a portare tutta la Lega sulle sue posizioni, non si capisce per quale motivo un giorno si e l’altro pure Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia debbano essere attaccati quando sono gli unici a mantenere una posizione coerente (mai con il PD, mai con i 5 Stelle).

Ha rinunciato, la Meloni, a comode poltrone ministeriali, a posti di sottogoverno, a nomine importanti che da qui a poco verranno fatte, eppure l’attaccano.

La verità invece è un’altra: nell’Italia dei voltagabbana e dei politici che in una decina di anni han cambiato 6/7 partiti, non va giù che ci sia chi invece, pur di non tradire la parola data agli elettori, se ne resti all’opposizione e dunque vecchi politicanti e giornalisti servi dei loro editori, non avendo il coraggio di guardare dritto negli occhi gli esponenti di FDI, si arrampicano sugli specchi sparando cazzate incredibili pur di tentare di pulire la loro coscienza.

Poi c’è un secondo aspetto, ed è forse quello che i sopra citati soloni temono di più: la grande visibilità e dunque la crescita di consensi che la Meloni otterrebbe dalla sua posizione di unica oppositrice alla grande ammucchiata.

Dicono – dalle parti di Lega e Forza Italia – “il centrodestra sarà unito, sin dalle prossime amministrative”.

E’ vero, già dalle prossime elezioni di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna ecc… probabilmente Meloni, Salvini e Berlusconi marceranno insieme ma – aggiungiamo noi – questo è dovuto anche per il fatto che alle amministrative vige un sistema elettorale maggioritario che impone le alleanze, e qui veniamo al vero nocciolo della questione.

Il Referendum confermativo sul taglio del numero dei parlamentari impone alcuni bilanciamenti e correttivi tra cui, insistono i compagni, una nuova legge elettorale di tipo proporzionale; ecco il punto.

Con una legge elettorale proporzionale prima prendi i voti e poi te li giochi a tuo piacere in Parlamento senza dover rendere conto a nessuno, e accadrebbe quello che è accaduto nelle ultime ore ossia tu mi voti per combattere la sinistra e poi io ci vado al governo insieme.

Cosa diversa è con il maggioritario, dove la sera delle elezioni si sa chi ha vinto e non viene tradita la volontà popolare; anche se qui abbiamo un esempio molto rappresentativo nel comportamento dei leghisti che nel 2018 hanno eletto i loro parlamentari anche con i voti degli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia e poi sono andati al Governo con Di Maio Bonafede e Toninelli provocando dei danni che gli italiani dovranno subire per i prossimi dieci anni…

Già dalle prime mosse dunque – quando si inizierà a parlare di legge elettorale – si capirà dove vuol andare a parare la grande ammucchiata e soprattutto come si comporteranno Berlusconi e Salvini di fronte all’incubo del ritorno al proporzionale che in realtà ci farebbe tornare indietro di trent’anni.

Intanto mandiamo un caloroso “in bocca al lupo” a Giorgia Meloni e alla sua bella pattuglia parlamentare per la (lunga?) traversata nel deserto.

 

  

Nessun commento:

Posta un commento