ALMENO TACETE
di Roberto Buonasorte
Abbiate almeno la sensibilità di tacere, signori dell’informazione, cerchiobottisti di professione; pronti a tutto pur di sperare in qualche strapuntino.
Ricapitolando: la grande ammucchiata, che va da Giancarlo
Giorgetti a Laura Boldrini – passando per Speranza, Boschi e Di Maio – dalla settimana
prossima, una volta ottenuta la fiducia dalle Camere, governerà in nostro Paese
per i prossimi due anni (forse).
Una maggioranza bulgara, almeno sulla carta, e che nei sogni
del Presidente Mattarella e del Presidente Draghi ha l’obiettivo di tirar fuori
dalle secche l’Italia, far ripartire l’economia, sconfiggere il virus. Bene.
Ora, a parte Silvio Berlusconi che sin dall’inizio ha tifato
per la nascita di un governo con tutti dentro, e Giancarlo Giorgetti al quale
va dato atto che è riuscito a portare tutta la Lega sulle sue posizioni, non si
capisce per quale motivo un giorno si e l’altro pure Giorgia Meloni e Fratelli
d’Italia debbano essere attaccati quando sono gli unici a mantenere una
posizione coerente (mai con il PD, mai con i 5 Stelle).
Ha rinunciato, la Meloni, a comode poltrone ministeriali, a
posti di sottogoverno, a nomine importanti che da qui a poco verranno fatte,
eppure l’attaccano.
La verità invece è un’altra: nell’Italia dei voltagabbana e
dei politici che in una decina di anni han cambiato 6/7 partiti, non va giù che
ci sia chi invece, pur di non tradire la parola data agli elettori, se ne resti
all’opposizione e dunque vecchi politicanti e giornalisti servi dei loro
editori, non avendo il coraggio di guardare dritto negli occhi gli
esponenti di FDI, si arrampicano sugli specchi sparando cazzate incredibili pur
di tentare di pulire la loro coscienza.
Poi c’è un secondo aspetto, ed è forse quello che i sopra
citati soloni temono di più: la grande visibilità e dunque la crescita di
consensi che la Meloni otterrebbe dalla sua posizione di unica oppositrice alla
grande ammucchiata.
Dicono – dalle parti di Lega e Forza Italia – “il centrodestra
sarà unito, sin dalle prossime amministrative”.
E’ vero, già dalle prossime elezioni di Roma, Milano, Napoli,
Torino, Bologna ecc… probabilmente Meloni, Salvini e Berlusconi marceranno
insieme ma – aggiungiamo noi – questo è dovuto anche per il fatto che alle
amministrative vige un sistema elettorale maggioritario che impone le alleanze,
e qui veniamo al vero nocciolo della questione.
Il Referendum confermativo sul taglio del numero dei
parlamentari impone alcuni bilanciamenti e correttivi tra cui, insistono i
compagni, una nuova legge elettorale di tipo proporzionale; ecco il punto.
Con una legge elettorale proporzionale prima prendi i voti e
poi te li giochi a tuo piacere in Parlamento senza dover rendere conto a nessuno,
e accadrebbe quello che è accaduto nelle ultime ore ossia tu mi voti per
combattere la sinistra e poi io ci vado al governo insieme.
Cosa diversa è con il maggioritario, dove la sera delle
elezioni si sa chi ha vinto e non viene tradita la volontà popolare; anche se
qui abbiamo un esempio molto rappresentativo nel comportamento dei leghisti che
nel 2018 hanno eletto i loro parlamentari anche con i voti degli elettori di
Forza Italia e Fratelli d’Italia e poi sono andati al Governo con Di Maio
Bonafede e Toninelli provocando dei danni che gli italiani dovranno subire per
i prossimi dieci anni…
Già dalle prime mosse dunque – quando si inizierà a parlare di legge
elettorale – si capirà dove vuol andare a parare la grande ammucchiata e
soprattutto come si comporteranno Berlusconi e Salvini di fronte all’incubo del
ritorno al proporzionale che in realtà ci farebbe tornare indietro di trent’anni.
Intanto mandiamo un caloroso “in bocca al lupo” a Giorgia
Meloni e alla sua bella pattuglia parlamentare per la (lunga?) traversata nel
deserto.
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