NO AI PROFESSIONISTI
DELLO ZIG ZAG
IN POLITICA SI SBATTE
di Roberto
Buonasorte
Agli amici che sto continuando a contattare ogni giorno per
convincerli a tornare in campo a sostegno di Giorgia Meloni e che mi chiedono
cosa voglio fare in futuro, rispondo che non voglio nulla, non ambisco ad
alcuna candidatura e che tutti insieme dobbiamo dare il nostro contributo nelle
sfide che ci attendono nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Dobbiamo dare una mano a rafforzare questa casa, che qualcuno
voleva modificare nella struttura e persino negli arredamenti interni.
Il vecchio padrone di casa voleva coprire il tetto interno
fatto con travi di autentico castagno con un controsoffitto grigio di cartongesso,
sostituire preziosi quadri che raccontavano secoli di storia patria con
bozzetti di satira progressista tanto cari ad una certa sinistra “benpensante”.
La Meloni quella casa, oggi più solida che mai, l’ha voluta
rafforzare, renderla inclusiva; sta tutta qua la storia della destra politica
italiana degli ultimi anni.
Certo, era partito con un modesto 1,7 per cento al momento
della sua nascita, Fratelli d’Italia; molti sono stati i fattori che ne hanno
rallentato la crescita, a partire dall’atteggiamento di molti ex.
Costoro non si capacitavano del fatto che una ragazza giovane
e minuta potesse guidare una formazione che in precedenza aveva avuto
leadership autorevoli e maschili.
Poi, l’atteggiamento di molti editori e poteri forti che
pensavano – e pensano tutt’oggi – di poter governare e piegare la politica ai propri
interessi economici.
Infine, i sabotatori, i professionisti dello zig zag.
Quest’ultimi sono i più pericolosi perché all’inizio si
appalesano con sorprendente docilità ed educazione che però è solo una maschera
che nasconde la loro bramosia di potere per il quale sarebbero disposti a tutto:
zig zag ogni cinque minuti pur di raggiungere l’obiettivo.
Ma poi finisce che, come si dice a Roma, te sgamano, e
allora la loro partita si chiude inesorabilmente.
La cosa che maggiormente sorprende (ma in fondo neppure
tanto) è constatare che ad attaccare la Meloni per la sua scelta di rimanere
fuori dalla grande ammucchiata, non sono i compagni bensì esponenti del
centrodestra.
Evidentemente, non sapendo come giustificare il passaggio da
sovranità monetaria al grido di “fuori dall’Europa!” allo “slurp slurp” umido e
appiccicoso nei confronti dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea non
trovano di meglio che attaccare le scelte coerenti di Fratelli d’Italia.
Ma lei, ovviamente, tira dritto, anche perché non credo abbia
bisogno di consigli da coloro che non ne azzeccano una ed insistono, con quel
modo superbo e davvero fastidioso, pretendendo di dettare la linea.
Per finire: noi andiamo avanti a testa alta, accanto alla
nostra leader e a sostegno della giovane e capace classe dirigente della quale
si è voluta circondare, la coerenza ed il coraggio pagheranno senza dubbio.
A proposito, in Sicilia nelle ultime ore 400 nuovi sbarchi:
neppure un lontanissimo gridolino di pretesta dalla nuova grande ammucchiata che
sostiene Mario Draghi?
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