Il
ricordo
Ciao Maestro
Ho
avuto l’onore di conoscerlo, Flavio Bucci, e negli ultimi anni anche il
privilegio di frequentarlo.
L’occasione
mi fu data da un amico comune: Massimiliano Catini, che con Flavio è stato fortemente
legato. Per quanto mi riguarda, invece, oltre a nutrire nei confronti di
Massimiliano un sincero sentimento d’affetto, non potrò mai dimenticare il
leale sostegno ad ogni campagna elettorale che mi vedeva candidato.
Ad
ogni occasione d’incontro a Fiumicino – anzi a Passoscuro, loro ci tengono a
precisarlo - o durante la serata o alla
fine, il Maestro passava sempre per un saluto; ormai erano anni che Bucci si
era stabilito su quel pezzo di costa laziale che, sebbene abbia girato il
mondo, sentiva ormai come la sua casa naturale, un posto bello dove vivere circondato da amici veri che ti sono vicino anche quando non c'è più né il successo né tanto denaro: Massimiliano, Mara, Stefano, Alfonso...
L’ultima
volta che ci siamo visti è stato a luglio, sempre a Passoscuro, al locale di
Stefano Calandra per un brindisi che ho voluto organizzare insieme a Pirozzi e
Righini prima della pausa estiva.
E
come sempre accade quando c’è Catini, anche quella sera, a fine serata arrivò
Flavio – spesso ci raggiungeva anche il grande Sebino Nela –. Lo trovai
sofferente sul piano fisico, mentre con la testa ci stava ed era sempre un piacere
stare ad ascoltarlo fino a notte fonda; il fascino dell’ultimo tavolo, potremmo
dire... come accadeva anche dal “Presidente”, che è il nome di un altro storico
ristorante di Passoscuro, e dove oltre a mangiare del buon pesce, si parlava, si parlava... per quanto mi riguarda invece, si
ascoltava.
Ascoltare
l’esperienza di un ragazzo che crescendo si è affermato al cinema come in teatro
in Italia e nel mondo.
Ligabue
è stato il personaggio che gli ha dato la celebrità, ma poi moltissimi altri ruoli sono stati interpretati, tutti con quello stile unico.
E
poi come non ricordare “Don Bastiano” nel “Marchese del Grillo” di Monicelli, in quella interpretazione
sublime di prete ribelle che, se da una parte non nega di essere diventato un
brigante, dall’altra si incazza da morire se quando cita Dio e la Madonna i
presenti non si fanno il segno della Croce...
Geniale
e contraddittorio, ha condotto una vita fatta di successi ed eccessi: la
celebrità, i tanti amori, "almeno sette miliardi bruciati in alcol e droga" –
come lui stesso ha confessato in una intervista rilasciata nel 2018 al Corriere della Sera – ne hanno fatto un
personaggio estremo.
Così
come estremo è stato nella sua grande umanità e generosità; libero di dire
sempre ciò che pensava senza prima fare calcoli di convenienza, ed è così che
oggi vogliamo ricordalo, stroncato a 73 anni da un infarto, proprio nella "sua" Passoscuro.
Ciao
Flavio.
Ciao
Maestro.
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