19.2.20


Il ricordo
Ciao Maestro

 


di Roberto Buonasorte 

Ho avuto l’onore di conoscerlo, Flavio Bucci, e negli ultimi anni anche il privilegio di frequentarlo.
L’occasione mi fu data da un amico comune: Massimiliano Catini, che con Flavio è stato fortemente legato. Per quanto mi riguarda, invece, oltre a nutrire nei confronti di Massimiliano un sincero sentimento d’affetto, non potrò mai dimenticare il leale sostegno ad ogni campagna elettorale che mi vedeva candidato.
Ad ogni occasione d’incontro a Fiumicino – anzi a Passoscuro, loro ci tengono a precisarlo -  o durante la serata o alla fine, il Maestro passava sempre per un saluto; ormai erano anni che Bucci si era stabilito su quel pezzo di costa laziale che, sebbene abbia girato il mondo, sentiva ormai come la sua casa naturale, un posto bello dove vivere circondato da amici veri che ti sono vicino anche quando non c'è più né il successo né tanto denaro: Massimiliano, Mara, Stefano, Alfonso...
L’ultima volta che ci siamo visti è stato a luglio, sempre a Passoscuro, al locale di Stefano Calandra per un brindisi che ho voluto organizzare insieme a Pirozzi e Righini prima della pausa estiva.
E come sempre accade quando c’è Catini, anche quella sera, a fine serata arrivò Flavio – spesso ci raggiungeva anche il grande Sebino Nela –. Lo trovai sofferente sul piano fisico, mentre con la testa ci stava ed era sempre un piacere stare ad ascoltarlo fino a notte fonda; il fascino dell’ultimo tavolo, potremmo dire... come accadeva anche dal “Presidente”, che è il nome di un altro storico ristorante di Passoscuro, e dove oltre a mangiare del buon pesce, si parlava, si parlava...  per quanto mi riguarda invece, si ascoltava.
Ascoltare l’esperienza di un ragazzo che crescendo si è affermato al cinema come in teatro in Italia e nel mondo.
Ligabue è stato il personaggio che gli ha dato la celebrità, ma poi moltissimi altri ruoli sono stati interpretati, tutti con quello stile unico.
E poi come non ricordare “Don Bastiano” nel “Marchese del Grillo” di Monicelli, in quella interpretazione sublime di prete ribelle che, se da una parte non nega di essere diventato un brigante, dall’altra si incazza da morire se quando cita Dio e la Madonna i presenti non si fanno il segno della Croce...
Geniale e contraddittorio, ha condotto una vita fatta di successi ed eccessi: la celebrità, i tanti amori, "almeno sette miliardi bruciati in alcol e droga" – come lui stesso ha confessato in una intervista rilasciata nel 2018 al Corriere della Serane hanno fatto un personaggio estremo.
Così come estremo è stato nella sua grande umanità e generosità; libero di dire sempre ciò che pensava senza prima fare calcoli di convenienza, ed è così che oggi vogliamo ricordalo, stroncato a 73 anni da un infarto, proprio nella "sua" Passoscuro.
Ciao Flavio.
Ciao Maestro.


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