14.2.20

“A bello, io so’ de Tore Maura!”




di Roberto Buonasorte

Lei è Paola Taverna, Vice Presidente del Senato della Repubblica, e per fortuna che è vice: se fosse divenuta Presidente avremmo avuto davanti non la seconda carica dello Stato ma la seconda "caricatura" dello Stato…
A vederla l’altra sera da Giletti a “Non è l’arena” per parlare di vitalizi, c’era da mettersi le mani nei capelli mentre aggrediva quel galantuomo dell’avvocato Maurizio Paniz.
E dai che sbuffa, e dai che si gira dall’altra parte, e poco ci manca che gli indirizza un bel “vaffa” quando l’avvocato le ricorda la famosa casa popolare della madre.
A bello, io so’ de Tore Maura! Hai capito?”.  “Tore” pronunciata rigorosamente con una sola “r”, altrimenti – come dicono a Roma – è "erore”.
Ma la Paola è così.
Anche lei, come tanti altri fortunatissimi onorevoli, ne ha fatta di strada in così pochi anni... se solo si pensa che  nel 2008, quando si candida al Comune di Roma con la lista "Amici di Beppe Grillo" raccoglie appena 19 voti... hai voglia a dire "io so' de Tore Maura", manco quelli della palazzina tua t'hanno votata...


Poi però arriva l'odiato sistema elettorale, chiamato "porcellum" per via del fatto che gli onorevoli vengono indicati dai partiti e siedono in Parlamento senza prendere le preferenze - come invece accadeva nei tempi che tanto odiano gli attuali grillini -, e grazie agli appena 191 clic ricevuti sulla "piattaforma Rousseau", nel 2013 la Taverna fa il suo ingresso in Senato; da quel giorno la "Sora Paola" inizia a calpestare i pavimenti delle lussuosissime stanze di un luogo che, per uno strano scherzo del destino, si chiama "Palazzo Madama".
Nel 2018 la Taverna raddoppia, infatti - sempre grazie ai soliti clic - entra per la seconda volta in Senato diventandone, come dicevamo all'inizio, addirittura la Vice Presidente.
Ma la nostra non raddoppia solo il mandato: essendosi intanto legata sentimentalmente ad un altro fortunatissimo onorevole, il Deputato grillino Stefano Vignaroli, raddoppia anche le entrate mensili.
Ora: non sappiamo come i due siano messi con i rimborsi, gli scontrini e tutte le altre diavolerie che regolano il loro Movimento, ma ad ogni 27 del mese, sia con il sole che con la neve, sempre per dirla alla romana, "so' 'na trentina de sacchi che entrano..." (tradotto per il resto d'Italia i trenta sacchi corrispondono a 30.000,oo euro mensili...).
Nessuno può dire come andrà alle prossime elezioni per il Movimento, ormai in via di estinzione, ma certo non raddoppieranno i voti, che anzi verranno più che dimezzati, così come la Taverna ha dimezzato le "r" quando pronuncia "Tore Maura", "Tore Angela", oppure "Tore Spaccata"; intanto fino ad ora ce li hanno spaccati a noi...



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