8.2.20

Nel Collegio "Roma Centro", dove il 1 marzo si voterà,
lo stimato professionista indicato da Fratelli d’Italia
gioca una partita tutt’altro che chiusa


LEO PUO’ FARCELA
Infatti analizzando i dati storici si scopre che…


di Roberto Buonasorte

Sono la pigrizia e la superficialità che caratterizzano questi nostri tempi a creare fake newsillusioni, bugie.
Da quando il centrodestra ha ufficializzato la candidatura di Maurizio Leo per sfidare il Ministro Gualtieri nel Collegio di "Roma centro" - a seguito delle dimissioni di Paolo Gentiloni - giornalisti, opinionisti e commentatori vanno dicendo che la partita è chiusa e che nel Centro storico di Roma ha sempre vinto la sinistra.
Nulla di più falso.
Infatti analizzando i dati storici delle quattro volte che si è votato con il sistema maggioritario si scopre che nella prima, parliamo del 1994, a vincere fu addirittura il centrodestra quando il candidato era Silvio Berlusconi in prima persona e sconfisse Luigi Spaventa46,29% per il Cavaliere e 40,10% per l'economista già Ministro nel Governo Ciampi e in seguito catapultato a fare il Presidente della Consob. Senza calcolare il 12,82% raccolto dal centrista e volto del TG1 Alberto Michelini candidato del "Patto per l'Italia" di Mariotto Segni.
Un secondo clamoroso colpaccio il centrodestra rischiò di farlo la volta successiva quando - era il 1996 - a fronteggiarsi furono Walter Veltroni per il centrosinistra e l'ex Ministro di Grazia e Giustizia Filippo Mancuso sostenuto dal centrodestra; vinse sì Veltroni (49,91 contro 45,80) ma solo grazie alla discesa in campo di Isabella Rauti che, candidata in solitaria per la Fiamma Tricolore, prese il 4,29% che se si somma al 45,80 di Mancuso si arriva al 50,09%, e per Uolter sarebbe stata la fine...
In quel Collegio Solo Giovanna Melandri nel 2001 ebbe un'affermazione chiara: arrivò al 50,04% contro il candidato di centrodestra Pierluigi Borghini fermo al 46,15; sapete chi era il terzo candidato? Il futuro pupillo berlusconiano Daniele Capezzone, candidato della lista Bonino - Pannella, che raccolse il 3,82%.
E poi (dopo la parentesi 2006-2018 dove si votò con un sistema elettorale diverso) l'ultima volta, nel 2018 appunto, dopo una consolidata sfida sostanzialmente bipolare si è passato ad un tripolarismo di fatto visto l'avvento dei 5Stelle.
Gentiloni prese il 40,05 (ben 10 punti in meno rispetto alla Melandri) Luciano Ciocchetti del centrodestra il 30,81 e il pentastellato Angiolino Cirulli il 16,79.
Ora la sfida tra Maurizio Leo e Roberto Gualtieri, con in mezzo i grillini che non sanno più a che Santo rivolgersi per uscire da quella profonda crisi di identità (e di voti) nella quale sono  finiti. Ed è certo che se il fronte governativo si presenterà spaccato, per il professore Maurizio Leo le chances aumenterebbero; e poi non solo.
L'entusiasmo nel centrodestra è a mille, soprattutto dopo i successi, anche internazionali, ottenuti da Giorgia Meloni che vedono la sua figura e quella del nostro partito in continua ascesa.
Poi c'è il valore aggiunto che può essere rappresentato dal candidato; non vogliamo annoiare il cortese lettore riportando il lunghissimo curriculum, sia politico che professionale che accademico di Maurizio Leo: chiunque con una breve ricerca può leggerlo ed apprezzarne le doti, quello che invece ci interessa sottolineare è il cambio di passo che segna l'azione di Giorgia Meloni, anche nella indicazione del candidato.
Un cambio che farà fare ulteriori passi in avanti alla giovane leader della destra italiana che lavora giorno dopo giorno ad un partito nuovo, giovane e fatto di persone competenti, come è appunto Maurizio Leo che non a caso ha subito lanciato la sfida a Gualtieri per un confronto pubblico sui temi delle tasse, dell'economia, del lavoro.
Dunque competenza, che se aggiunta al grande entusiasmo che c'è tra le persone e ad un fittissimo porta a porta (ci raccomandiamo, senza citofonare) che si dovrà fare sul territorio nelle prossime tre settimane, tutto potrebbe davvero portare ad un risultato clamoroso; hai voglia poi a dire che non si tratta di un test nazionale.

Quando in quella che viene considerata dalla sinistra una sua roccaforte, questa perde in casa, addirittura poi mettendoci la faccia del potentissimo signor Ministro dell'Economia (e delle Finanze)... 

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