12.5.20



Guardare la trave, non la pagliuzza



di Biagio Cacciola *

Nel giro di un anno, 4 ostaggi italiani sono stati liberati dalle mani di fazioni più o meno riconducibili alla rete terroristica di al kaeda o isis, come gli Shebaab somali. Tutti riconducibili alla influenza che la Turchia, a partire dall'aggressione alla Siria di quasi dieci anni fa, ha ramificato in Somalia, Libia e appunto Siria. Tutto s'intende col beneplacito Nato e degli americani. Nel frattempo i nostri servizi esteri l'Aise, pur lavorando in modo intelligente, hanno perso nel ginepraio somalo i contatti che, storicamente, avevano con la Somalia dei tempi di Barre. Diciamo subito che l'ondata di corbellerie dette dagli odiatori di professione contro una ragazza, a cui si può solo rimproverare il classico idealismo dei ventenni, non è suffragata da nessuna forma di conoscenza dei vari teatri geopolitici. Al di là del trauma di una prigionia dura e piena di malattie, i leoni da tastiera non sanno nemmeno che la zona keniota dove la Romano è stata rapita era una zona tranquilla legata a una  tribù come i Giroma, a 100 km da Malindi, posto noto per i vacanzieri di tutto il mondo. La banda somala è arrivata razziando e sequestrando la Romano, spinta in quelle zone dalla guerra civile continua che infesta la Somalia da decenni. Una guerra dove si è incuneato il whaabismo finanziato dall'Arabia saudita, in stretta collaborazione con le mire espansionistiche di Erdogan. Che sposta come in uno scacchiere mercenari e contractor in Libia appoggiando Serraj, in Siria, attaccando Assad, in Somalia per imporre un governo filoturco. In questa situazione gli 007 italiani hanno dovuto, per forza, trattare con i servizi turchi. A chi tutto questo non sta bene non gridasse contro una ragazza e i soldi (spiccioli rispetto a quelli che gestiscono i servizi) spesi, ma contro la Turchia e difendesse, esplicitamente, chi il terrorismo lo combatte da decenni come Assad e Putin. Il resto è noia.
* Filosofo e scrittore


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