Guardare la trave, non la
pagliuzza
di Biagio Cacciola *
Nel giro di un anno, 4 ostaggi italiani sono stati liberati dalle
mani di fazioni più o meno riconducibili alla rete terroristica di al kaeda o
isis, come gli Shebaab somali. Tutti riconducibili alla influenza che la
Turchia, a partire dall'aggressione alla Siria di quasi dieci anni fa, ha
ramificato in Somalia, Libia e appunto Siria. Tutto s'intende col beneplacito
Nato e degli americani. Nel frattempo i nostri servizi esteri l'Aise, pur
lavorando in modo intelligente, hanno perso nel ginepraio somalo i contatti
che, storicamente, avevano con la Somalia dei tempi di Barre. Diciamo subito
che l'ondata di corbellerie dette dagli odiatori di professione contro una
ragazza, a cui si può solo rimproverare il classico idealismo dei ventenni, non
è suffragata da nessuna forma di conoscenza dei vari teatri geopolitici. Al di
là del trauma di una prigionia dura e piena di malattie, i leoni da tastiera
non sanno nemmeno che la zona keniota dove la Romano è stata rapita era una
zona tranquilla legata a una tribù come i Giroma, a 100 km da Malindi,
posto noto per i vacanzieri di tutto il mondo. La banda somala è arrivata
razziando e sequestrando la Romano, spinta in quelle zone dalla guerra civile
continua che infesta la Somalia da decenni. Una guerra dove si è incuneato il
whaabismo finanziato dall'Arabia saudita, in stretta collaborazione con le mire
espansionistiche di Erdogan. Che sposta come in uno scacchiere mercenari e
contractor in Libia appoggiando Serraj, in Siria, attaccando Assad, in Somalia
per imporre un governo filoturco. In questa situazione gli 007 italiani hanno
dovuto, per forza, trattare con i servizi turchi. A chi tutto questo non sta
bene non gridasse contro una ragazza e i soldi (spiccioli rispetto a quelli che
gestiscono i servizi) spesi, ma contro la Turchia e difendesse,
esplicitamente, chi il terrorismo lo combatte da decenni come Assad e
Putin. Il resto è noia.
* Filosofo e scrittore
Nessun commento:
Posta un commento