SBUROCRATIZZARE? È SEMPLICE
BASTA ALZARE LA SOGLIA DEL RISCHIO
di Marco Di Andrea*
Il
megalodonte “burocrazia”, che dal 1861 affligge l’Italia, impedendo un
progressivo developpement del Paese all’altezza della qualità
di molti illustri italiani, che si sono distinti in tutti i campi dello scibile
umano, impregnando di italianità il mondo, può essere senz’altro spiaggiato.
Basta volerlo. La burocrazia quale eccessivo potere della pubblica
amministrazione, con l'improduttiva pedanteria delle prassi, delle forme, delle
gerarchie, anche a proposito di amministrazioni ed organizzazioni private, che
ne ricalcano gli aspetti e, soprattutto, i difetti, concepita all’inizio
dell’era napoleonica per un controllo accentrato con l’ausilio dei Prefetti,
per nulla pachidermico, anzi snello e funzionale, dopo il 1815, abbandonato il
modello napoleonico, ha iniziato ad ingigantirsi e ad autoalimentarsi,
sfuggendo al contenimento dei governi che si sono succeduti, specialmente a
partire dal 1970 con il varo delle Regioni; con buona pace delle prospettive di
sviluppo, che avevano pizzicato milioni di italiani con l’Italian Dream degli
anni ’60.
A
seguire, migliaia di leggi, decreti legislativi, decreti legge, decreti
ministeriali, atti aventi forza di legge, testi unici, riforme della precedente
riforma, autority, commissari, autorità di vigilanza, codice degli
appalti, Anac e task force hanno impedito e certamente
impediranno qualsiasi prospettiva di sviluppo e dunque, del rientro del debito
pubblico monster a cagione del quale tutti gli italiani,
financo i nascituri, sono stati messi in mora dall’Europa, ma direi anche dalle
altre nazioni verso le quali non possiamo dichiararci così indipendenti e sovrani
(Stati Uniti in primis, ma anche Cina e Russia).
L’unica
misura da prendere, rifuggendo dalla brama di voler e poter controllare tutto
con la norma scritta, più che “Resistere, Resistere, Resistere”
è quella di “Liberalizzare, Liberalizzare, Liberalizzare”,
aumentando però la soglia del rischio. Chi si prefigge il proposito di
delinquere in tutti i campi, dai delitti contro la Pubblica Amministrazione,
contro l’Economia, l’Industria e il Commercio, contro la Famiglia, la Persona o
il Patrimonio, usa sempre la bilancia rubata alla Dea Giustizia e, se il
rischio vale la candela, sicuramente delinquerà. Ergo, fra le
decine di task force generate dall’attuale Governo per tentare
ancora una volta di risolvere con la burocrazia un evento negativo come il fenomeno
pandemico, se ne incarichi una di far sì che il piatto del rischio di quella
bilancia, rispetto al piatto del profitto che il reo immagini di conseguire,
sia sempre più in basso perché di gran lunga più pesante dell’evento criminoso
che si è prefisso di consumare.
In
quest’ottica, che carica i cittadini di maggiore responsabilità e che scarica
tutta la macchina dei controlli, fatta di migliaia di ingranaggi, che a volte
si inceppano e, quando va bene, la rendono goffa e claudicante, l’Italia
ripartirebbe; il politico si accontenterebbe dell’onore della carica che
riveste, del gettone di presenza e dell’indennità di legge, così come il
dirigente malfattore non opporrebbe speciosi e maliziosi ostacoli all’iter della
pratica; il vizioso non userebbe violenza nei confronti dei minori, così come
il marito non maltratterebbe la moglie; il traente onorerebbe i suoi assegni e
alcune banche non praticherebbero interessi usurai e anatocismo. Il ladro, come
il rapinatore, si guarderebbero bene dal violare il domicilio privato. Gli
esempi sono tanti.
Consapevole
di semplificare, ritengo che questo si raggiunga soltanto lavorando sulla
capacità di deterrenza della pena, aumentando, almeno per i reati più gravi e
ricorrenti, il minimo e il massimo delle pene attualmente previste, almeno
fintanto che il risalito indice di self-control di tutti gli
italiani non abbia portato il Paese fuori dalle sacche, che attualmente lo
immobilizzano. Ci sono voluti oltre due mesi per far comprendere a tutti gli
italiani la necessità di usare guanti e mascherine e di igienizzare
frequentemente le mani, ma ora gli italiani lo hanno compreso e tutti si
servono di questi presidi (ove reperibili). Certo, ci sarà sempre qualcuno che
delinque, come si noterà in giro sempre qualcuno senza guanti e mascherina; ma
non bisogna mai buttare il bambino con l’acqua sporca! In altre parole, non
bisogna rifuggire dal dare fiducia agli italiani solo perché c’è qualcuno che
ancora delinque o non usa la mascherina. Naturalmente il piatto forte va condito
con la certezza della pena, con l’equa pressione fiscale e con un Welfare
sostenibile, che non deve mai venir meno. Qualcuno dirà che invece è
necessario puntare tutto sulla scuola, io dico pure sulla
scuola, ma per formare le nuove generazioni ci vogliono anni, mentre per
convincere all’uso della mascherina ci son voluti solo due mesi, anche grazie
al potere deterrente delle salatissime sanzioni pecuniarie.
Sarò
pure ingenuo ma ritengo che quanto sopra, ove praticabile, darebbe più
certezze: certezza della pena, certezza nelle transazioni commerciali,
nazionali e internazionali, maggiore affidamento del cittadino nella pubblica
amministrazione, maggiore interesse degli investitori esteri e maggiore fiducia
nelle istituzioni. Il PIL finalmente risalirebbe e il debito pubblico mano mano
rientrerebbe. Con la conseguenza che tutti sarebbero più liberi, soprattutto i
cittadini onesti che non sarebbero più costretti a guardarsi ogni giorno le
spalle.
*Avvocato in Roma
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