20.5.20


SBUROCRATIZZARE? È SEMPLICE
BASTA ALZARE LA SOGLIA DEL RISCHIO

 

di Marco Di Andrea*

Il megalodonte “burocrazia”, che dal 1861 affligge l’Italia, impedendo un progressivo developpement del Paese all’altezza della qualità di molti illustri italiani, che si sono distinti in tutti i campi dello scibile umano, impregnando di italianità il mondo, può essere senz’altro spiaggiato. Basta volerlo. La burocrazia quale eccessivo potere della pubblica amministrazione, con l'improduttiva pedanteria delle prassi, delle forme, delle gerarchie, anche a proposito di amministrazioni ed organizzazioni private, che ne ricalcano gli aspetti e, soprattutto, i difetti, concepita all’inizio dell’era napoleonica per un controllo accentrato con l’ausilio dei Prefetti, per nulla pachidermico, anzi snello e funzionale, dopo il 1815, abbandonato il modello napoleonico, ha iniziato ad ingigantirsi e ad autoalimentarsi, sfuggendo al contenimento dei governi che si sono succeduti, specialmente a partire dal 1970 con il varo delle Regioni; con buona pace delle prospettive di sviluppo, che avevano pizzicato milioni di italiani con l’Italian Dream degli anni ’60.

A seguire, migliaia di leggi, decreti legislativi, decreti legge, decreti ministeriali, atti aventi forza di legge, testi unici, riforme della precedente riforma, autority, commissari, autorità di vigilanza, codice degli appalti, Anac e task force hanno impedito e certamente impediranno qualsiasi prospettiva di sviluppo e dunque, del rientro del debito pubblico monster a cagione del quale tutti gli italiani, financo i nascituri, sono stati messi in mora dall’Europa, ma direi anche dalle altre nazioni verso le quali non possiamo dichiararci così indipendenti e sovrani (Stati Uniti in primis, ma anche Cina e Russia).

L’unica misura da prendere, rifuggendo dalla brama di voler e poter controllare tutto con la norma scritta, più che “ResistereResistereResistere” è quella di “LiberalizzareLiberalizzareLiberalizzare”, aumentando però la soglia del rischio. Chi si prefigge il proposito di delinquere in tutti i campi, dai delitti contro la Pubblica Amministrazione, contro l’Economia, l’Industria e il Commercio, contro la Famiglia, la Persona o il Patrimonio, usa sempre la bilancia rubata alla Dea Giustizia e, se il rischio vale la candela, sicuramente delinquerà. Ergo, fra le decine di task force generate dall’attuale Governo per tentare ancora una volta di risolvere con la burocrazia un evento negativo come il fenomeno pandemico, se ne incarichi una di far sì che il piatto del rischio di quella bilancia, rispetto al piatto del profitto che il reo immagini di conseguire, sia sempre più in basso perché di gran lunga più pesante dell’evento criminoso che si è prefisso di consumare.

In quest’ottica, che carica i cittadini di maggiore responsabilità e che scarica tutta la macchina dei controlli, fatta di migliaia di ingranaggi, che a volte si inceppano e, quando va bene, la rendono goffa e claudicante, l’Italia ripartirebbe; il politico si accontenterebbe dell’onore della carica che riveste, del gettone di presenza e dell’indennità di legge, così come il dirigente malfattore non opporrebbe speciosi e maliziosi ostacoli all’iter della pratica; il vizioso non userebbe violenza nei confronti dei minori, così come il marito non maltratterebbe la moglie; il traente onorerebbe i suoi assegni e alcune banche non praticherebbero interessi usurai e anatocismo. Il ladro, come il rapinatore, si guarderebbero bene dal violare il domicilio privato. Gli esempi sono tanti.

Consapevole di semplificare, ritengo che questo si raggiunga soltanto lavorando sulla capacità di deterrenza della pena, aumentando, almeno per i reati più gravi e ricorrenti, il minimo e il massimo delle pene attualmente previste, almeno fintanto che il risalito indice di self-control di tutti gli italiani non abbia portato il Paese fuori dalle sacche, che attualmente lo immobilizzano. Ci sono voluti oltre due mesi per far comprendere a tutti gli italiani la necessità di usare guanti e mascherine e di igienizzare frequentemente le mani, ma ora gli italiani lo hanno compreso e tutti si servono di questi presidi (ove reperibili). Certo, ci sarà sempre qualcuno che delinque, come si noterà in giro sempre qualcuno senza guanti e mascherina; ma non bisogna mai buttare il bambino con l’acqua sporca! In altre parole, non bisogna rifuggire dal dare fiducia agli italiani solo perché c’è qualcuno che ancora delinque o non usa la mascherina. Naturalmente il piatto forte va condito con la certezza della pena, con l’equa pressione fiscale e con un Welfare sostenibile, che non deve mai venir meno. Qualcuno dirà che invece è necessario puntare tutto sulla scuola, io dico pure sulla scuola, ma per formare le nuove generazioni ci vogliono anni, mentre per convincere all’uso della mascherina ci son voluti solo due mesi, anche grazie al potere deterrente delle salatissime sanzioni pecuniarie.

Sarò pure ingenuo ma ritengo che quanto sopra, ove praticabile, darebbe più certezze: certezza della pena, certezza nelle transazioni commerciali, nazionali e internazionali, maggiore affidamento del cittadino nella pubblica amministrazione, maggiore interesse degli investitori esteri e maggiore fiducia nelle istituzioni. Il PIL finalmente risalirebbe e il debito pubblico mano mano rientrerebbe. Con la conseguenza che tutti sarebbero più liberi, soprattutto i cittadini onesti che non sarebbero più costretti a guardarsi ogni giorno le spalle.

*Avvocato in Roma





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