di Roberto Buonasorte
Quando superi i cinquanta e ti guardi dietro, quando rivedi
le tue foto di bambino emigrante, quando fai per una vita politica
controcorrente e nonostante tutto hai avuto le tue belle soddisfazioni, non c’è
bisogno che fai il politicamente corretto.
Non hai bisogno di fare “slurp”
al capo del partito con la speranza che ti porti in Parlamento; no, quando hai la
dignità, quella vera non quella urlata nei comizi, puoi permetterti di scrivere
ciò che pensi senza la paura di far arrabbiare chi non la pensa come te .
Dicasi coraggio, dicasi libertà.
Oggi vorremo ricordare Giacinto Pannella, che però per tutti era Marco, il leader dei
Radicali, che a modesto pensiero di chi scrive, nello scenario politico è stato un vero gigante per almeno cinquant’anni della vita
repubblicana italiana.
Cinquanta sigarette al giorno per almeno sessant’anni, ha
fumato, e poi il rifiuto di ricevere le cure mediche nei momenti di grandi
crisi (eppure l’ha sempre scampata…) le maratone oratorie, l’intuito di Radio
Radicale con le sue interminabili dirette, la Rassegna “Stampa e Regime”
condotta magistralmente dall’indimenticabile Massimo Bordin, i famosi “filo
diretto” senza filtri che consentiva a tutti di dire in quaranta secondi ciò
che voleva – improperi compresi – e che tanto scandalo fece in una Italia tutta
pulitina e perbenista…
E poi Cicciolina portata in Parlamento, la battaglia
referendaria per il divorzio che pure i nostri padri missini insieme a quelli
democristiani osteggiarono ma che contro ogni previsione persero. La battaglia sul caso Tortora...
Quando scoppia “tangentopoli” noi eravamo a tirar monetine a
Craxi e Pannella convocava i parlamentari raggiunti da avviso di garanzia alle
sette del mattino a Montecitorio.
Oggi se si riceve un avviso di garanzia o addirittura si viene condannati in primo e secondo grado ci si appella – giustamente – alla presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio.
Oggi se si riceve un avviso di garanzia o addirittura si viene condannati in primo e secondo grado ci si appella – giustamente – alla presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio.
E ancora, la storica battaglia per la legalizzazione (non liberalizzazione) delle droghe
affinché potesse esserci una distribuzione controllata dallo Stato senza che ci
fosse l’arricchimento delle mafie e della criminalità organizzata.
Sono solo alcuni dei grandi temi che Marco Pannella – insieme
alle tante battaglie condotte sulla giustizia – ha portato avanti sia da
Consigliere comunale di Roma e Napoli, ma poi come parlamentare italiano e financo europeo.
E poi gli scioperi della fame, le “provocazioni” fatte distribuendo
erba in piazza, le grandi lotte di civiltà condotte insieme a Rita Bernardini
per denunciare lo stato vergognoso in cui vivevano e vivono ancora i detenuti nelle carceri
italiane.
Insomma un grande liberale è stato Marco Pannella, e ci manca
quella voce rauca interrotta dai colpi di tosse frutto delle troppe sigarette
fumate, ci manca la sua audacia, il coraggio di portare avanti le sue tesi
anche se spesso non le abbiamo condivise.
Ma a ben riflettere – anche nel campo del centrodestra
– si condannava Pannella quando era per il divorzio e devi prendere atto non c’è stato un solo
leader del centrodestra (Berlusconi, Fini, Bossi, Casini...) che sia stato regolarmente sposato con la stessa persona sin
dall’inizio.
Insomma Marco Pannella è stato davvero un precursore dei
tempi e la sua unica “colpa” forse è stata quella di vedere troppo a lungo, di
essere stato un modernizzatore nato troppo presto; se avesse vissuto la sua
gioventù nei tempi odierni, anziché in quello degli anni sessanta e settanta, lo avremmo
visto probabilmente organizzare le piazze di Bologna e Rimini al posto delle
“Sardine”.
Ultima annotazione: la battaglia di Pannella
per portare Israele nella Unione Europea, prima o poi si avvererà?
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