3.12.19


MARCO PANNELLA


UN GIGANTE RISPETTO A CERTI NANI 


di Roberto Buonasorte

Quando superi i cinquanta e ti guardi dietro, quando rivedi le tue foto di bambino emigrante, quando fai per una vita politica controcorrente e nonostante tutto hai avuto le tue belle soddisfazioni, non c’è bisogno che fai il politicamente corretto.
Non hai bisogno di fare “slurp” al capo del partito con la speranza che ti porti in Parlamento; no, quando hai la dignità, quella vera non quella urlata nei comizi, puoi permetterti di scrivere ciò che pensi senza la paura di far arrabbiare chi non la pensa come te .
Dicasi coraggio, dicasi libertà.
Oggi vorremo ricordare Giacinto Pannella, che però per tutti era Marco, il leader dei Radicali, che a modesto pensiero di chi scrive, nello scenario politico è stato un vero gigante per almeno cinquant’anni della vita repubblicana italiana.
Cinquanta sigarette al giorno per almeno sessant’anni, ha fumato, e poi il rifiuto di ricevere le cure mediche nei momenti di grandi crisi (eppure l’ha sempre scampata…) le maratone oratorie, l’intuito di Radio Radicale con le sue interminabili dirette, la Rassegna “Stampa e Regime” condotta magistralmente dall’indimenticabile Massimo Bordin, i famosi “filo diretto” senza filtri che consentiva a tutti di dire in quaranta secondi ciò che voleva – improperi compresi – e che tanto scandalo fece in una Italia tutta pulitina e perbenista…
E poi Cicciolina portata in Parlamento, la battaglia referendaria per il divorzio che pure i nostri padri missini insieme a quelli democristiani osteggiarono ma che contro ogni previsione persero. La battaglia sul caso Tortora...
Quando scoppia “tangentopoli” noi eravamo a tirar monetine a Craxi e Pannella convocava i parlamentari raggiunti da avviso di garanzia alle sette del mattino a Montecitorio.
Oggi se si riceve un avviso di garanzia o addirittura si viene condannati in primo e secondo grado ci si appella – giustamente – alla presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio.
E ancora, la storica battaglia per la legalizzazione (non liberalizzazione) delle droghe affinché potesse esserci una distribuzione controllata dallo Stato senza che ci fosse l’arricchimento delle mafie e della criminalità organizzata.
Sono solo alcuni dei grandi temi che Marco Pannella – insieme alle tante battaglie condotte sulla giustizia – ha portato avanti sia da Consigliere comunale di Roma e Napoli, ma poi come parlamentare italiano e financo europeo.
E poi gli scioperi della fame, le “provocazioni” fatte distribuendo erba in piazza, le grandi lotte di civiltà condotte insieme a Rita Bernardini per denunciare lo stato vergognoso in cui vivevano e vivono ancora i detenuti nelle carceri italiane.
Insomma un grande liberale è stato Marco Pannella, e ci manca quella voce rauca interrotta dai colpi di tosse frutto delle troppe sigarette fumate, ci manca la sua audacia, il coraggio di portare avanti le sue tesi anche se spesso non le abbiamo condivise.
Ma a ben riflettere – anche nel campo del centrodestra – si condannava Pannella quando era per il divorzio e devi prendere atto non c’è stato un solo leader del centrodestra (Berlusconi, Fini, Bossi, Casini...) che sia stato regolarmente sposato con la stessa persona sin dall’inizio.

Insomma Marco Pannella è stato davvero un precursore dei tempi e la sua unica “colpa” forse è stata quella di vedere troppo a lungo, di essere stato un modernizzatore nato troppo presto; se avesse vissuto la sua gioventù nei tempi odierni, anziché in quello degli anni sessanta e settanta, lo avremmo visto probabilmente organizzare le piazze di Bologna e Rimini al posto delle “Sardine”.
Ultima annotazione: la battaglia di Pannella per portare Israele nella Unione Europea, prima o poi si avvererà?

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