Se la leader di Fratelli d’Italia ragionasse per il proprio
interesse
farebbe melina, prenderebbe tempo
ALLA MELONI NON
CONVERREBBERO
LE ELEZIONI ANTICIPATE…
Essendo invece una vera Patriota, lavorerà per l’interesse nazionale
di Roberto Buonasorte
Se Gianfranco Fini
non avesse fatto due tre cazzate gigantesche oggi sarebbe il capo del
centrodestra con l’ambizione, addirittura, di diventarlo anche di quello europeo.
Prima cazzata: abbandonare i tifosi della propria curva per piacere a quella
avversaria (procreazione assistita, superamento del modello di famiglia
tradizionale…) morale, perdi il consenso sia di una che dell’altra, di curva..
Seconda: fare da sponda a certa magistratura convertendosi ad un fiero
giustizialismo; ma non sei né credibile né affidabile se sei stato per anni alleato
di Silvio
Berlusconi.
Terza: la vicenda di Montecarlo, che anche per il diretto coinvolgimento
di chi scrive, si preferisce non tornarci su per l’ennesima volta, tanto è nota a tutti.
25 anni dopo, era il 1994 quando la Casa delle Libertà, nel
mese di marzo, andò inaspettatamente al Governo, per Giorgia Meloni si prefigura lo stesso scenario di allora, con
la differenza che oggi il partito con maggiore consenso è la Lega e Forza
Italia ha le percentuali che aveva invece Umberto
Bossi in quel tempo.
A Fini sarebbe bastato
star fermo, non
muoversi di un millimetro e il potere gli sarebbe arrivato in modo quasi
naturale, per eredità, diciamo…
Giorgia si trova in una
condizione diversa;
innanzitutto con Salvini è coetanea e dunque la leadership si conquista con i
numeri e non viene “tramandata” per ragioni anagrafiche; e i numeri, quelli che
abbiamo potuto monitorare da luglio ad oggi cioè negli ultimi sei mesi, ci
dicono che Salvini ha perso quasi dieci
punti e la Meloni ha raddoppiato passando dal 6 all’11,3%.
Morale: se si andasse
al voto oggi,
sarebbe quasi inevitabile che a guidare il Governo sarebbe un leghista, ma se
l’andamento sul consenso elettorale di Lega e Fratelli d’Italia dovesse
continuare in questo modo è facilmente immaginabile che da qui ad un anno i due
partiti sarebbero praticamente appaiati, nei sondaggi.
E dunque potrebbe essere proprio Giorgia Meloni la più adatta
per il ruolo di Presidente del Consiglio, e ciò per diverse ragioni.
Innanzitutto sarebbe la
prima donna nella storia a ricoprire il ruolo di Primo Ministro, può inoltre vantare – a differenza
di Salvini – una coerenza nel posizionamento politico del partito
all’opposizione “mai con il PD mai con i
5 Stelle” vanno ripetendo i suoi ad ogni occasione utile, e soprattutto
sarebbe vista enormemente più affidabile anche oltre il confine nazionale.
In Europa infatti la Meloni ha posizionato il partito nella
famiglia dei “Conservatori e Riformisti”
del quale ricopre l’importante incarico, con Raffaele Fitto, di co-presidente del Gruppo.
Anche il “silenzioso”, ma sempre più chiaro “allontanamento”
della Meloni da Marine Le Pen e il
suo “Rassemblement
National” la dice lunga sul percorso ormai intrapreso e che non
consente più né “deviazioni” né tantomeno “retromarce”.
Un percorso dunque, quello tracciato da Giorgia Meloni, ormai
chiaro e ambizioso; ma non sfrenato ed irresponsabile da anteporre gli
interessi personali a quelli del Paese.
Se infatti, come si diceva in precedenza, avesse a cuore solo
i propri interessi, le elezioni anticipate non le converrebbero, farebbe
melina, prenderebbe tempo in attesa di calare la sua candidatura a Premier, ma
siccome ella si è dimostrata una vera Patriota lavorerà per l’interesse
nazionale, dunque – ragiona – prima questo Governo va a casa meglio è per gli
italiani.
Prima gli italiani dunque, il tempo delle soddisfazioni
personali arriverà.
Inevitabilmente.
Nessun commento:
Posta un commento