10.12.19


Se la leader di Fratelli d’Italia ragionasse per il proprio interesse
farebbe melina, prenderebbe tempo

ALLA MELONI NON CONVERREBBERO 
LE ELEZIONI ANTICIPATE…

Essendo invece una vera Patriota, lavorerà per l’interesse nazionale



di Roberto Buonasorte

Se Gianfranco Fini non avesse fatto due tre cazzate gigantesche oggi sarebbe il capo del centrodestra con l’ambizione, addirittura, di diventarlo anche di quello europeo.
Prima cazzata: abbandonare i tifosi della propria curva per piacere a quella avversaria (procreazione assistita, superamento del modello di famiglia tradizionale…) morale, perdi il consenso sia di una che dell’altra, di curva..
Seconda: fare da sponda a certa magistratura convertendosi ad un fiero giustizialismo; ma non sei né credibile né affidabile se sei stato per anni alleato di Silvio Berlusconi.
Terza: la vicenda di Montecarlo, che anche per il diretto coinvolgimento di chi scrive, si preferisce non tornarci su per l’ennesima volta, tanto è nota a tutti.
25 anni dopo, era il 1994 quando la Casa delle Libertà, nel mese di marzo, andò inaspettatamente al Governo, per Giorgia Meloni si prefigura lo stesso scenario di allora, con la differenza che oggi il partito con maggiore consenso è la Lega e Forza Italia ha le percentuali che aveva invece Umberto Bossi in quel tempo.
A Fini sarebbe bastato star fermo, non muoversi di un millimetro e il potere gli sarebbe arrivato in modo quasi naturale, per eredità, diciamo…
Giorgia si trova in una condizione diversa; innanzitutto con Salvini è coetanea e dunque la leadership si conquista con i numeri e non viene “tramandata” per ragioni anagrafiche; e i numeri, quelli che abbiamo potuto monitorare da luglio ad oggi cioè negli ultimi sei mesi, ci dicono che Salvini ha perso quasi dieci punti e la Meloni ha raddoppiato passando dal 6 all’11,3%.
Morale: se si andasse al voto oggi, sarebbe quasi inevitabile che a guidare il Governo sarebbe un leghista, ma se l’andamento sul consenso elettorale di Lega e Fratelli d’Italia dovesse continuare in questo modo è facilmente immaginabile che da qui ad un anno i due partiti sarebbero praticamente appaiati, nei sondaggi.
E dunque potrebbe essere proprio Giorgia Meloni la più adatta per il ruolo di Presidente del Consiglio, e ciò per diverse ragioni.
Innanzitutto sarebbe la prima donna nella storia a ricoprire il ruolo di Primo Ministro, può inoltre vantare – a differenza di Salvini – una coerenza nel posizionamento politico del partito all’opposizione “mai con il PD mai con i 5 Stelle” vanno ripetendo i suoi ad ogni occasione utile, e soprattutto sarebbe vista enormemente più affidabile anche oltre il confine nazionale.
In Europa infatti la Meloni ha posizionato il partito nella famiglia dei “Conservatori e Riformisti” del quale ricopre l’importante incarico, con Raffaele Fitto, di co-presidente del Gruppo.
Anche il “silenzioso”, ma sempre più chiaro “allontanamento” della Meloni da Marine Le Pen e il suo “Rassemblement National” la dice lunga sul percorso ormai intrapreso e che non consente più né “deviazioni” né tantomeno “retromarce”.
Un percorso dunque, quello tracciato da Giorgia Meloni, ormai chiaro e ambizioso; ma non sfrenato ed irresponsabile da anteporre gli interessi personali a quelli del Paese.
Se infatti, come si diceva in precedenza, avesse a cuore solo i propri interessi, le elezioni anticipate non le converrebbero, farebbe melina, prenderebbe tempo in attesa di calare la sua candidatura a Premier, ma siccome ella si è dimostrata una vera Patriota lavorerà per l’interesse nazionale, dunque – ragiona – prima questo Governo va a casa meglio è per gli italiani.
Prima gli italiani dunque, il tempo delle soddisfazioni personali arriverà.
Inevitabilmente.




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