Anche se dovessero cambiare la legge elettorale in senso
proporzionale
il centrodestra vincerebbe comunque,
e per Zingaretti e soci non vi sarebbe scampo
CONTRORDINE COMPAGNI
Hanno solo una possibilità per "salvarsi":
proporzionale puro senza sbarramento, ma si rischierebbe la
rivoluzione
di Roberto Buonasorte
Questi imbroglioni non li salva più neanche Santa Maria
Goretti.
Quando nella vita sei abituato a fare il furbetto fregando
gli altri, prima o poi la paghi; vale anche – e soprattutto – in politica; quanti ne abbiamo conosciuti nel nostro lungo e tormentato percorso…
I compagni in questo sono maestri, d’altra parte sono i
nipotini di Togliatti, i figli di quelli che frequentavano la scuola di partito
di “Frattocchie” a Roma, sono i teorici della “doppia verità”; come la metti la
metti, vogliono sempre avere ragione loro, a rischio di negare anche l’evidenza,
oppure affermare una verità esattamente contraria.
Il figlio di un comunistaccio toscano degli anni settanta: “Papà
Papà, lo sai che gli asini volano?” e giù uno schiaffone “ma chi ti dice queste
stupidaggini?” “la maestra, Papà”.
Il giorno dopo il figliolo insiste, e giù un altro
sganassone, a quel punto il Padre chiede “ma chi è questa maestra???” “è una
iscritta alla sezione del P.C.I. Papà…” e il vecchio: “vedi figliolo, non è che
gli asini volano proprio, diciamo che svolazzano…”.
Anche se trattasi di una simpatica barzelletta in realtà questi sono i comunisti, sempre pronti a ribaltare.
“Mai con i grillini!” andavano ripetendo ai quattro venti,
poi dopo la crisi d’agosto aperta al buio da Salvini, alla prima occasione
utile ci hanno fatto il governo insieme; e pensare che l’apripista è stato
Renzi… perché ricordate amici, peggio dei comunisti ci sono solo i cattocomunisti.
“Il PD è un partito che si ispira alle grandi democrazie
occidentali” affermava il suo fondatore Veltroni, tanto che per apparire
ancora più credibile nella svolta kennediana impressa, andò all’anagrafe cambiando
il nome dall’italiano Valter con la V semplice in Walter con la doppia W…
Ed essendo un partito occidentale non potevano che darsi una
vocazione maggioritaria, anche nell’approvare le varie leggi elettorali che dal
1993, con il superamento dell’odiato sistema proporzionale, si sono succedute;
tutte appunto improntate su un sistema di tipo maggioritario.
Poi però succede che da un anno a questa parte il
centrodestra vince tutte le elezioni e per i compagnucci si profila all’orizzonte
il dramma di tornare a casa e di trovarsi un lavoro, anche se per molti questo è un doppio dramma non avendone mai svolto uno prima.
Ed ecco dunque il solito trucco, la sconfessione totale di tutto
quello che avevano teorizzato, difeso e osannato fino ad un minuto prima.
Contrordine compagni! Si torna al proporzionale!
In questi giorni dunque inizia la discussione su questa
proposta che prevede un sistema proporzionale con sbarramento al 5% (dicono…),
ma evidentemente puntano ad altro.
Stando infatti a tutti i sondaggi (punto più punto meno) se
si sommassero tutti i voti del centrodestra (Lega, FDI, Forza Italia e
Cambiamo!) lo schieramento arriverebbe al 48%; sommando tutto il centrosinistra
più 5 Stelle è vero che arriverebbero ad oltre il 49% ma mentre al centrodestra
andrebbe sottratto solo lo 0,6 attribuito a "Cambiamo!" di Giovanni Toti, dall’altra
parte bisognerebbe togliere i voti di Italia Viva, +Europa, Sinistra, Verdi e
Azione di Calenda, nessuno dei quali infatti supererebbe il fatidico 5%, sottraendo dunque alla coalizione quasi 14 punti percentuali che di conseguenza farebbe crollare
la percentuale di presenza in Parlamento dell’intero schieramento dal 49 al 35%
contro un centrodestra al 47,4%.
Dunque delle due l’una: o sono dei coglioni e non si sono
fatti bene i conti, oppure stanno preparando il colpo di mano abolendo qualsiasi
sbarramento; ma siccome siamo portati ad escludere la prima ipotesi, pensando ad
una parola che faccia rima con “coglioni” ci viene subito in mente “imbroglioni”,
ecco cosa sono.
Ma occhio perché la misura è ormai colma, e il popolo non
sarebbe più disposto a subire l’ennesima truffa, perché stavolta davvero si
rischierebbe una rivoluzione.
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