Borghi del Lazio
Palombara Sabina
Affacciata sul Parco dei Lucretili
e posta ai piedi del Monte Gennaro
Palombara Sabina è un Borgo fantastico
dove trovi olio e ciliegie di alta qualità.
E poi quel legame
con il "Conte Tacchia"…
di Roberto
Buonasorte
Così come Aronne Piperno l’ebanista è un personaggio divenuto famoso con il
film “Il Marchese del Grillo” interpretato in modo magistrale da Alberto Sordi, allo stesso modo lo è Il Conte Tacchia per via dell’omonimo film diretto da Sergio
Corbucci e recitato da Enrico
Montesano.
Cosa c’entra questo – si chiederà il
lettore – con “Borghi del Lazio” e con Palombara
Sabina, che oggi andiamo a visitare?
C’entra,
perché il Conte Tacchia, quello realmente esistito, al secolo Adriano Bennicelli nato in piena Belle
Époque a Roma nel 1860, era il figlio di Filippo, un ricco commerciante di legname ed ebanista in Vaticano. Quando Papa Pio IX nominò Conte, Adriano Bennicelli (Padre del Conte
Tacchia) oltre al titolo gli assegnò anche terreni ed immobili proprio a
Palombara Sabina, ancora oggi gli eredi ne sono i proprietari; ed è sempre a
Palombara che la famiglia Bennicelli ha la sua cappella privata nel cimitero della città.
Affacciata sul Parco dei Lucretili e posta ai Piedi del Monte Gennaro, Palombara è un borgo fantastico circondato da piante
di olivo e di ciliegio (i cui frutti qui chiamano “cerase”) che danno prodotti
eccezionali e per questo famosi in tutta Italia.
Le sue origini sono molto antiche
anche se notizie certe si hanno solo dal periodo riferito al Medioevo.
Posta a quasi 400 metri di
altitudine, con i suoi 13.000 abitanti e collocata tra i fiumi Tevere ed Aniene,
rappresenta quella giusta via di mezzo tra città e paese, con servizi che garantiscono
diritto allo studio e alla salute, e tante belle tradizioni ben demandate di Padre in figlio; insomma una qualità della vita – quella di cui si può godere a
Palombara – davvero invidiabile, considerata anche la relativa vicinanza con Roma che dista poco più di 40 KM.
Le viuzze ben curate dell’antico
borgo si promanano dal Castello Savelli
– Torlonia dominato dalla torre di guardia antecedente al IX secolo; oggi
il Castello, da cui si può godere di una vista mozzafiato, dopo il recente
restauro, è sede della biblioteca
comunale e del Museo Naturalistico.
Oltre alle famose cerase
come già detto, tra i piatti tipici che si possono gustare ci sono la “pizza
a soleca” che è una pizza pasquale da mangiare con i salumi e il “panemmollu
con
i fagioli”.
San Biagio è
il Patrono della città che si festeggia il 3 di febbraio, mentre le
manifestazioni più importanti sono quelle della “Rassegna Nazionale dell’olio
extravergine della Sabina”
che si tiene nel mese di marzo; la “Sagra delle cerase” tra giugno e
luglio e il “giorno di Bacco” a novembre.
La città è dotata di una zona sosta
camper, è inserita nel "Cammino di Francesco" e nel vicino Monte Gennaro – per
gli appassionati della disciplina – si può praticare anche il Trekking.
Abbiamo raccolto, in questo odierno
racconto dove andiamo a scoprire di volta in volta un borgo del Lazio, solo una
piccola parte delle bellezze – soprattutto naturalistiche – che avvolgono
Palombara Sabina; visitandola di persona, d’estate si può godere di una bella frescura, e d’inverno presagire, già a distanza, quei profumi antichi che
provengono dai camini accesi.
Tutto ciò si può toccare, guardare,
assaporare di Palombara ma solo, appunto, visitandola di persona.
Nessun commento:
Posta un commento