Il disastro
di Venezia, il grande cuore del volontariato,
la passione al servizio della
cultura
Quando l’acqua ti è nemica
Il dramma
di Matera,
città simbolo da salvare a tutti i costi,
e la
Toscana che paga un pesante tributo
di Anna Beatrice d'Assergi
Venezia, ma non solo. C’è anche Matera
tra le città d’arte devastate dal maltempo degli ultimi giorni. L’acqua, che
San Francesco chiamava “sorella”, stavolta è stata nemica. Venezia è abituata a
trattare con questo elemento della natura, Venezia vive sull’acqua da sempre, è
il suo elemento naturale. Ma così no, così è troppo. E, al di là delle
considerazioni sul clima e sui nostri tempi difficili dato l’ormai aspro
rapporto con il pianeta che ci ospita (e del quale dovremmo tentare di essere
degni), e stante il tema fondamentale di come aiutare le persone in casi come
questo, c’è anche il tema del grande amore che l’Italia dimostra in queste
circostanze per la propria memoria storica e culturale. Abbiamo visto, tutti,
le immagini di Venezia, di quei libri che galleggiano, di quei pezzi di storia
nostra sommersi, anneganti, e a ciascuno di noi si è stretto il cuore. Ancora
una volta, ciò che colpisce a fronte di una tragedia che coinvolge moltissimi
aspetti, è l’impegno profondo e appassionato di tante persone per salvare quei
documenti, quei beni preziosi che fanno parte della vita, in fondo, di ciascuno
di noi. Questa passione nel recupero della memoria storica dei popoli è,
dobbiamo dirlo, una meraviglia tutta italiana. Non è un caso se l’Italia ha un
Nucleo Tutela dei Carabinieri, che da anni ormai è uno dei fiori all’occhiello
del Belpaese e che è d’esempio al mondo intero. E poi l’Italia ha il grande
cuore del volontariato: è la buona volontà di tanta gente che spesso è stata
determinante per la salvezza e per la salvaguardia di tanti pezzi di storia che
senza un intervento appassionato e gratuito sarebbero andati perduti. Le
immagini di quelle persone che, immerse nell’acqua, portavano in braccio quei
fogli di carta per salvarli dal disastro, quasi fossero persone, devono essere
esempio per tutti e sprone per fare sempre meglio e di più.
A pagare un alto tributo in termini di
meraviglie perdute c’è anche la Toscana. La devastazione delle meravigliose
Terme di Saturnia è una ferita nel cuore del Paese.
E poi c’è Matera. Fiumi di fango, nei
giorni scorsi, hanno invaso le strade e sommerso quei Sassi che sono un simbolo
non solo della bella città ma dell’Italia intera, che Matera rappresenta oggi
per la qualifica che ha ottenuto di capitale europea della cultura, ma che
rappresenta da sempre per sua intrinseca essenza.
E dunque, se sappiamo bene che i temi
relativi al clima non sono di semplice soluzione, vale la pena fare almeno una
riflessione su quello che le persone possono fare per limitare i danni, per
salvare il salvabile.
E poi c’è un’altra questione. Quella
degli sms solidali. Ma qui il ragionamento è semplice e basta dare un’occhiata
ai social per capire il clima sociale sul tema. Moltissimi cittadini, da ogni
dove, mostrano di aver perduto la fiducia in queste metodologie, e la cosa
grave è che questa perdita di fiducia riguarda le Istituzioni dello Stato. Era
ovvio che sarebbe accaduto: dopo il sisma del centro Italia, infatti, gli
italiani hanno donato con amore e partecipazione al dolore delle comunità
colpite, e poi si sono visti propinare una pista ciclabile, una grotta
sudatoria e il restauro di una scuola in un comune ai margini del cratere
sismico. Era scontato che l’istituzione più alta del Paese avrebbe perso di
credibilità, ci si aspettava forse qualcosa di diverso?
È come avere davanti due “Italie”: una
bella, quella dell’amore e del volontariato, quella delle competenze messe al servizio
del Paese, quella del bene donato con il cuore. E poi c’è quella di uno Stato
che ha abdicato troppe funzioni.
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