17.11.19


Il disastro di Venezia, il grande cuore del volontariato, 
la passione al servizio della cultura


Quando l’acqua ti è nemica



Il dramma di Matera, 
città simbolo da salvare a tutti i costi,
e la Toscana che paga un pesante tributo


di Anna Beatrice d'Assergi


Venezia, ma non solo. C’è anche Matera tra le città d’arte devastate dal maltempo degli ultimi giorni. L’acqua, che San Francesco chiamava “sorella”, stavolta è stata nemica. Venezia è abituata a trattare con questo elemento della natura, Venezia vive sull’acqua da sempre, è il suo elemento naturale. Ma così no, così è troppo. E, al di là delle considerazioni sul clima e sui nostri tempi difficili dato l’ormai aspro rapporto con il pianeta che ci ospita (e del quale dovremmo tentare di essere degni), e stante il tema fondamentale di come aiutare le persone in casi come questo, c’è anche il tema del grande amore che l’Italia dimostra in queste circostanze per la propria memoria storica e culturale. Abbiamo visto, tutti, le immagini di Venezia, di quei libri che galleggiano, di quei pezzi di storia nostra sommersi, anneganti, e a ciascuno di noi si è stretto il cuore. Ancora una volta, ciò che colpisce a fronte di una tragedia che coinvolge moltissimi aspetti, è l’impegno profondo e appassionato di tante persone per salvare quei documenti, quei beni preziosi che fanno parte della vita, in fondo, di ciascuno di noi. Questa passione nel recupero della memoria storica dei popoli è, dobbiamo dirlo, una meraviglia tutta italiana. Non è un caso se l’Italia ha un Nucleo Tutela dei Carabinieri, che da anni ormai è uno dei fiori all’occhiello del Belpaese e che è d’esempio al mondo intero. E poi l’Italia ha il grande cuore del volontariato: è la buona volontà di tanta gente che spesso è stata determinante per la salvezza e per la salvaguardia di tanti pezzi di storia che senza un intervento appassionato e gratuito sarebbero andati perduti. Le immagini di quelle persone che, immerse nell’acqua, portavano in braccio quei fogli di carta per salvarli dal disastro, quasi fossero persone, devono essere esempio per tutti e sprone per fare sempre meglio e di più. 
A pagare un alto tributo in termini di meraviglie perdute c’è anche la Toscana. La devastazione delle meravigliose Terme di Saturnia è una ferita nel cuore del Paese. 
E poi c’è Matera. Fiumi di fango, nei giorni scorsi, hanno invaso le strade e sommerso quei Sassi che sono un simbolo non solo della bella città ma dell’Italia intera, che Matera rappresenta oggi per la qualifica che ha ottenuto di capitale europea della cultura, ma che rappresenta da sempre per sua intrinseca essenza. 
E dunque, se sappiamo bene che i temi relativi al clima non sono di semplice soluzione, vale la pena fare almeno una riflessione su quello che le persone possono fare per limitare i danni, per salvare il salvabile. 
E poi c’è un’altra questione. Quella degli sms solidali. Ma qui il ragionamento è semplice e basta dare un’occhiata ai social per capire il clima sociale sul tema. Moltissimi cittadini, da ogni dove, mostrano di aver perduto la fiducia in queste metodologie, e la cosa grave è che questa perdita di fiducia riguarda le Istituzioni dello Stato. Era ovvio che sarebbe accaduto: dopo il sisma del centro Italia, infatti, gli italiani hanno donato con amore e partecipazione al dolore delle comunità colpite, e poi si sono visti propinare una pista ciclabile, una grotta sudatoria e il restauro di una scuola in un comune ai margini del cratere sismico. Era scontato che l’istituzione più alta del Paese avrebbe perso di credibilità, ci si aspettava forse qualcosa di diverso? 
È come avere davanti due “Italie”: una bella, quella dell’amore e del volontariato, quella delle competenze messe al servizio del Paese, quella del bene donato con il cuore. E poi c’è quella di uno Stato che ha abdicato troppe funzioni. 


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