11.10.19



Borghi del Lazio

Civita di Bagnoregio


 Oggi conosciamo uno dei borghi
più belli del viterbese
“la città che muore” è stato ribattezzato
quel gigante dai piedi d’argilla
abitato da meno di 10 persone…


di Roberto Buonasorte

Se vai a visitare Civita di Bagnoregio lascia il telefonino in macchina e goditi una giornata indimenticabile. Scarpe comode e mettiti in cammino, indietro nel tempo, ad apprezzare questo suggestivo borgo sito nel viterbese che si erge su uno sperone di tufo; per raggiungerlo c’è un solo modo, camminando su un ponte costruito a metà degli anni sessanta del secolo scorso.
Furono gli Etruschi, 2500 anni fa a fondarlo ed oggi, abitato da poco meno di 4000 abitanti, rischia la sua sopravvivenza per via delle continue erosioni di due torrenti che l’accarezzano inesorabilmente.


Già gli Etruschi, e poi anche i Romani, realizzarono opere per bloccare l’azione erosiva, gli smottamenti, le frane e i terremoti che nel corso dei secoli hanno sempre colpito l’antico borgo, argillosa nella parte sottostante, tufacea in quella emergente; un gigante dai piedi d’argilla, potremmo definirla, Bagnoregio.
In virtù di tutte queste cause ormai viene chiamata “la Città che muore”.
Se si pensa che a fronte dei quasi 4000 abitanti, come abbiamo già detto, nel borgo vi abitano meno di 10 persone, è facilmente comprensibile del perché di quello che più che un soprannome appare come un grido disperato…
Posta a quasi 500 metri sopra il livello del mare e distante circa 130 chilometri da Roma, Civita occupa una zona davvero strategica.
Quando è estate, ad esempio, da Bagnoregio si raggiunge agevolmente il lago di Bolsena, ma poi a portata di mano abbiamo le Terme dei Papi o il Magnifico Duomo di Orvieto.


Il Patrono è San Bonaventura che si festeggia il 15 di luglio, mentre la chiesa più significativa è quella di San Donato eretta nel VII secolo nel cui interno viene custodito un Crocifisso del quattrocento di scuola fiamminga che ogni anno viene trasportato durante la processione del Cristo morto.
Si mangia bene, come d’altra parte in tutta la zona, prevalentemente carne di maiale; pancetta arrotolata e aromatizzata con spezie deliziose, ma anche ottime salsicce, del prosciutto invidiabile e porchetta, anche se il piatto davvero tipico del posto è la fettuccina condita con sugo di interiora di pollo.
Gli eventi più importanti che si svolgono durante l’anno a Bagnoregio sono sostanzialmente 4: a maggio c’è “Il fiore di maggio”, il “Palio della Tonna” che si svolge in due edizioni a giugno e settembre, donando un po’ di quella vivacità che quasi stride con la quiete in cui è quasi sospesa per il resto dell’anno; la “Sagra del cinghiale” a luglio e “CivitArte ad agosto”.


Si vive bene e si mangia meglio, a Bagnoregio, cibi magari accompagnati dal famoso vino prodotto nella vicina Montefiascone il cui nome, Est! Est!! Est!!!, gli venne attribuito dalla leggenda dopo il famoso viaggio, avvenuto nel 1111, di Enrico V di Germania. Diretto verso Roma, dove doveva ricevere da Papa Pasquale II la corona di Imperatore del Sacro Romano Impero, al seguito c'era anche il vescovo Johannes Defuk (grande intenditore di vini) e il suo coppiere Martino, che lo precedeva con il preciso incarico di fermarsi per le locande che incontrava affinché assaggiasse i vini  dargli il suo giudizio. Giunto a Montefiascone, sempre secondo la leggenda, il vino bevuto era talmente buon da fargli pronunciare non una volta bensì tre volte la parola "Est" seguita da uno poi due ed infine tre punti esclamativi. 
Insomma ve ne sono davvero tante e tante di buone ragioni per visitare questo luogo straordinario e misterioso, ricco di storia, bellezze naturali, aria pulita e cordialità.
E mi raccomando il telefonino, lascialo in macchina…




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