14.10.19


 LA VERA STORIA DELLO SCANDALO 
DEI RIMBORSI
NELLA REGIONE LAZIO


Quello emerso dalle indagini, ancora in corso, probabilmente è solo una parte delle ruberie che si sono consumate nel tempo
Intanto gli unici a pagare sono stati Fiorito e Maruccio
Per gli altri, tra chi implora “Santa prescrizione” e chi ha fatto carriera in Parlamento, è comunque una festa
E fino a poco fa quella stanza con i sigilli della Guardia di Finanza…


di Roberto Buonasorte

Abbiamo deciso di riprendere una vecchia questione che a molti fa comodo rimanga nel dimenticatoio.
La nostra non vuole essere un’inchiesta, ma una riflessione a puntate, senza nascondersi dietro pseudonimi e soprattutto utile a far conoscere ai più i lati fino ad ora oscuri di questa vicenda.
E di certo la nostra riflessione non è stimolata da anonimi mandanti.
Nel 2012, quando scoppia il cosiddetto “caso Fiorito” che porterà alle dimissioni di Renata Polverini, in realtà si consuma solo l’ultimo atto di quella guerra che nel centrodestra romano va avanti da anni e che, se ci è concesso, dura ancora oggi.
Da una parte ci sono gli ex An, dall’altra gli ex Forza Italia. Da una parte Fiorito, cresciuto nella corrente della “Destra sociale” di Alemanno e Storace; dall’altra gli uomini che fanno riferimento ad Antonio Tajani: il ciociaro conterraneo di Fiorito Mario Abbruzzese e il viterbese Francesco Battistoni, già sindaco di Proceno e oggi Senatore azzurro.
Anche Fiorito prima di diventare consigliere regionale è stato sindaco della “sua” Anagni; eletto e rieletto. “Francone”: così lo chiamano ancora oggi affettuosamente i suoi paesani per via di quella stazza e quel comportamento spesso debordante che ne hanno sempre caratterizzato il “personaggio”. Anche per questo, riteniamo, è diventato un fenomeno mediatico che ha influenzato non poco anche il percorso dell’inchiesta stessa.
Oggi, come abbiamo detto, iniziamo con l’inquadrare il contesto politico del momento; del ruolo degli uomini ombra si parlerà quando l’approfondimento sull’uso dei fondi entrerà nel vivo.
Franco Fiorito è contemporaneamente Capogruppo del PdL e potente Presidente della Commissione Bilancio, la sede dove vengono prese le decisioni più importanti sulla formazione dei capitoli di spesa.
Gran parte dei Consiglieri del Centrodestra – per via della mancata presentazione della lista del PdL a Roma – è di “primo pelo”, vengono infatti eletti tutti neofiti della Lista Polverini, adottati dai colonnelli orfani del PdL. Per Francone è un gioco da ragazzi fare il “gioco delle tre carte” con i nuovi Consiglieri, e così tra rimborsi e fatture gonfiate, feste in maschera e finte associazioni culturali, sono tutti intenti ad inzuppare nella generosa tazza dorata della Pisana.
Ma la guerra sotterranea, come già detto, tra Abbruzzese e Battistoni da una parte, e Fiorito dall’altra, continua senza sosta, fino al giorno in cui, incredibilmente, uomini della ex Forza Italia vengono in possesso dell’estratto conto bancario del Gruppo del PdL; e viene giù il mondo.
I riflettori si accendono su tutti i rimborsi fatti ai Consiglieri, ma a quel punto Fiorito reagisce e chiama in ballo l’acerrimo nemico Mario Abbruzzese. “Se pensate che l’unico ad aver commesso reati sia stato io – dice a giudici e giornalisti – allora andate a vedere quello che combinano in Ufficio di Presidenza…”. E’ avvelenato, Fiorito, e fa riferimento ad un fantomatico “castelletto” appositamente creato in Ufficio di Presidenza appunto, dove i partiti, attraverso finte Associazioni avrebbero fatto confluire fiumi di danaro.
Accuse pesanti, quelle di Francone, che infatti fanno scattare le indagini della Guardia di Finanza. Fino a qualche settimana fa alla Pisana entrando non dall’ingresso  principale, ma da quello dell’Ufficio di Presidenza, appena superati i tornelli, guardando a sinistra, si vedeva una porta nera nascosta da una enorme pianta verde; non è che stava lì per via della conversione di Zingaretti alla “Green new deal”, tanto di moda in questi tempi. Stava lì per una questione di pudore: serviva a nascondere gli imbarazzanti sigilli posti dalla Guardia di Finanza. In quel luogo si nascondevano tutti i segreti di cui parla Fiorito

(1-continua)
  
  



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