DOPO
RIMBORSOPOLI
TUTTI
IN PARLAMENTO
di Roberto
Buonasorte
Dunque,
come detto nell’articolo precedente, nel 2013 si interrompe bruscamente la IX Legislatura nel Lazio.
La Polverini – con il casino combinato a
seguito delle sue dimissioni – trova il buon rifugio in Parlamento grazie a
quella generosità riconosciuta di Silvio Berlusconi.
A
sinistra invece c’è il panico.
Tra il
Gruppo consiliare che finisce quasi tutto indagato, e i loro componenti
dell’Ufficio di Presidenza che non sono da meno, non sanno che pesci pigliare e
per loro si prefigura lo spettro di tornare a lavorare.
Nicola Zingaretti – che intanto viene
dirottato da candidato Sindaco di Roma a candidato Presidente della Regione –
non vuole saperne di avere in lista i consiglieri uscenti; ma tranquilli, ci
pensa Bersani a sistemare tutto.
Il
segretario del PD subisce forti pressioni dai “Signori delle tessere” e da
quelli che hanno un certo radicamento territoriale e concede loro di formare le
liste per Camera e Senato attraverso le primarie tra gli iscritti.
Per gli
“uomini forti” del PD è un gioco da ragazzi passare dalla Pisana a Montecitorio
o Palazzo Madama: Astorre, Lucherini, Moscardelli, Scalia…
Tutti in Parlamento, con tanto di indennità e immunità.
Vince il
centrosinistra in quella tornata, con un’ampia maggioranza alla Camera ma senza
avere i numeri al Senato, si trova dunque una mediazione per Palazzo Chigi sul
nome di Enrico Letta con tutto ciò
che ne consegue e che sappiamo.
Subito
dopo – a giugno dello stesso anno – è la volta dell’ex Capogruppo del PD alla
Pisana ai tempi di Fiorito, Esterino
Montino, che candidano addirittura a
Sindaco nella importante e strategica città di Fiumicino. Va al ballottaggio con 10 punti percentuali sotto al
primo turno – infatti è in vantaggio con il 46% Mauro Gonnelli del centrodestra contro il 36 di Montino – ma il buon
Esterino, con una rimonta incredibile diventa Sindaco con appena mille voti di
distacco. “Rimborsolpoli” è già dimenticata, gli italiani identificano ed
attribuiscono lo scandalo quasi tutto con gli uomini del centrodestra mentre in
realtà i reati più evidenti e più numerosi si consumano proprio a sinistra. Ma così
vanno le cose…
Furono i
Radicali, per primi, a sollevare i maggiori dubbi sull’uso dei fondi a
disposizione dei Gruppi e sono proprio loro, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo
i protagonisti di quei mesi.
Certo,
si è esagerato, ma va pur detto che norme e Regolamenti avevano maglie talmente
ampie che praticamente era consentito quasi tutto anche se – come si dice – a tutto
c’è un limite.
Perché un
conto è l’uso dei fondi per le attività che si svolgono realmente, al di là del
costo che può essere più o meno elevato, altra cosa è finanziare eventi del
tutto inesistenti o affidare incarichi a consulenti che non fanno assolutamente
nulla, e in quest’ultimo caso c’è stato anche il pronunciamento della Corte dei
Conti che è intervenuta emettendo condanne durissime.
Il punto
è tutto qua: c’è chi con i fondi ci ha fatto politica (che era assolutamente
consentito) e chi invece li ha usati per cose finte, pagare fatture false, finanziare
progetti ed associazioni che erano veri solo sulla carta.
Poi, per
fortuna, si è intervenuti abolendo qualsiasi forma di finanziamento ai Gruppi
consiliari e la festa è finita. Ma non i processi e le indagini, che invece
continuano ad andare avanti.
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