I
ritratti del sabato
Urbano Cairo
Schivo ma concreto rappresenta l’Italia che primeggia
Se scendesse in politica, non volendo votare un politico,
l’unica alternativa sarebbe lui
Er Cavaliere Nero
Il
nome è già un programma: impegnativo, enigmatico…
Lo
immagineresti dai modi gentili e dai tratti arabeggianti, magari nato a Roma da
ricchi genitori egiziani dediti alla mercanzia delle sete preziose.
E
invece no, è nato a Milano poco più di sessant’anni fa, Cairo, da genitori
piemontesi, di Masio precisamente – un piccolo paese dell’alessandrino dove ci
campano meno di 1500 anime – incarna uno dei più grandi esempi del famoso detto
dell’allievo che supera il maestro.
Si
laurea alla Bocconi, e in seguito ad un colloquio che gli viene concesso quando
stava ancora svolgendo il servizio militare, diventa assistente di Silvio
Berlusconi.
Conosce ed è protagonista anche della stagione di “Mani pulite” che
coinvolge anche i vertici di Fininvest, tutti restano muti lui patteggia la pena,
gli appioppano 19 mesi.
I fatturati delle aziende di Berlusconi, per sua ammissione, volano
ma nel 1995 c’è il divorzio, Fininvest scioglie il contratto.
Forte dell’esperienza acquisita e grazie alle innate capacità
professionali Cairo si mette in proprio e
da quel momento Cairo inizia a camminare con le sue gambe
Nel 1995 non contento si compra pure il Torino
calcio
Compra, compra e compra ancora Urbano Cairo;
riviste, giornali televisioni e cresce cresce sempre di più fino ad acquistare
addirittura anche La7
Ma il colpo da maestro, che non è più l’allievo di
cui parlavamo all’inizio, lo mette a segno quando entra nel tempio sacro dell’editoria
borghese, il luogo dove non è riuscito neppure il Cavaliere; è il 2016 e Cairo
diventa il padrone del Corriere, da
quel momento a via Solferino comanda lui.
Fa le cose come al solito in grande anche nella vita
privata, ha quattro figli e tre matrimoni alle spalle…
Ma c’è anche la solidarietà; è grazie alla raccolta
fondi promossa proprio dal Corriere e
da La7 ad esempio, che a tempo di record e con l’intesa con il Comune di
Amatrice (all’epoca guidato da Sergio Pirozzi) e alla progettazione fatta
gratuitamente dall’Architetto Boeri, che si realizza nella città distrutta dal
terremoto, il "Polo del Gusto” che è quella stupenda struttura posta ai piedi
dei Monti della Laga dove sono stati delocalizzati i ristoranti che prima del
sisma erano in centro.
Una bella vita insomma, se si toglie la macchia del
patteggiamento, quella fatta questo bravo imprenditore italiano dal nome
importante e dal cognome intrigante
.
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