5.10.19


I ritratti del sabato


Urbano Cairo

Schivo ma concreto rappresenta l’Italia che primeggia
Se scendesse in politica, non volendo votare un politico,
l’unica alternativa sarebbe lui

Er Cavaliere Nero

Il nome è già un programma: impegnativo, enigmatico…
Lo immagineresti dai modi gentili e dai tratti arabeggianti, magari nato a Roma da ricchi genitori egiziani dediti alla mercanzia delle sete preziose.
E invece no, è nato a Milano poco più di sessant’anni fa, Cairo, da genitori piemontesi, di Masio precisamente – un piccolo paese dell’alessandrino dove ci campano meno di 1500 anime – incarna uno dei più grandi esempi del famoso detto dell’allievo che supera il maestro.
Si laurea alla Bocconi, e in seguito ad un colloquio che gli viene concesso quando stava ancora svolgendo il servizio militare, diventa assistente di Silvio Berlusconi.


Vince anche una borsa di studio alla New York University ed è proprio durante il periodo che vive negli States che conosce da vicino tutte le tecniche delle televisioni americane, che poi torneranno molto utili a Berlusconi per far diventare le tv del Biscione moderne e all’avanguardia nel nostro Paese. Nelle aziende del Cavaliere inizia a ricoprire ruoli sempre più prestigiosi: amministratore delegato, direttore generale, passano sotto la sua guida colossi come la Mondadori o Publitalia 80.
Conosce ed è protagonista anche della stagione di “Mani pulite” che coinvolge anche i vertici di Fininvest, tutti restano muti lui patteggia la pena, gli appioppano 19 mesi.

I fatturati delle aziende di Berlusconi, per sua ammissione, volano ma nel 1995 c’è il divorzio, Fininvest scioglie il contratto.
Forte dell’esperienza acquisita e grazie alle innate capacità professionali Cairo si mette in proprio e da quel momento Cairo inizia a camminare con le sue gambe
Nel 1995 non contento si compra pure il Torino calcio
Compra, compra e compra ancora Urbano Cairo; riviste, giornali televisioni e cresce cresce sempre di più fino ad acquistare addirittura anche La7
Ma il colpo da maestro, che non è più l’allievo di cui parlavamo all’inizio, lo mette a segno quando entra nel tempio sacro dell’editoria borghese, il luogo dove non è riuscito neppure il Cavaliere; è il 2016 e Cairo diventa il padrone del Corriere, da quel momento a via Solferino comanda lui.
Fa le cose come al solito in grande anche nella vita privata, ha quattro figli e tre matrimoni alle spalle…
Ma c’è anche la solidarietà; è grazie alla raccolta fondi promossa proprio dal Corriere e da La7 ad esempio, che a tempo di record e con l’intesa con il Comune di Amatrice (all’epoca guidato da Sergio Pirozzi) e alla progettazione fatta gratuitamente dall’Architetto Boeri, che si realizza nella città distrutta dal terremoto, il "Polo del Gusto” che è quella stupenda struttura posta ai piedi dei Monti della Laga dove sono stati delocalizzati i ristoranti che prima del sisma erano in centro.
Una bella vita insomma, se si toglie la macchia del patteggiamento, quella fatta questo bravo imprenditore italiano dal nome importante e dal cognome intrigante
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