15.9.19


Consigli non richiesti 
per Dario 2.0


Se Franceschini pensa di assolvere 
al suo mandato da Ministro 
con i criteri che ha adoperato nel suo incarico precedente 
sbaglia di grosso

di Anna Beatrice d’Assergi

Ottomila. Tanti sono i Comuni d’Italia: oltre 300 si trovano in Abruzzo, più di cento un Molise, altrettanti in Basilicata. Quasi 400 si trovano nel Lazio, 228 nelle Marche, un centinaio in Umbria, quasi 300 in Toscana. A conti fatti, il solo centro Italia di Comuni ne conta circa 1300. Altrettanti si trovano al Sud, mentre le due isole maggiori ne contano, insieme, circa 800. I restanti 4.400 sono ubicati nell’operoso Nord. Ottomila Comuni: ciascuno di essi possiede frazioni, quartieri - spesso molto estesi - e tutti possiedono una storia, e nella maggior parte dei casi è una storia lunga e ricchissima, per la maggior parte di essi parliamo di una storia millenaria. In ogni angolo d’Italia, dalle coste all’Appennino, dalla punta più meridionale della Sicilia fino alle Alpi, il Belpaese è uno scrigno in buona parte non ancora aperto. Migliaia sono anche i professionisti del settore che da troppo tempo vedono frustrate le loro ambizioni di lavorare nell’ambito per il quale hanno scelto di dedicare anni di studi e di esperienza sul campo. L’Italia, se guardiamo ai tesori che possiede, potrebbe vivere principalmente di turismo culturale, dovrebbe essere meta di studiosi da ogni angolo del mondo, esempio di promozione del settore. Se Franceschini pensa, però, di assolvere al suo mandato da Ministro con i criteri che ha adoperato nel suo incarico precedente, sbaglia di grosso. Probabilmente un po’ tutti ricordano lo scivolone del bando dell’estate 2014, quello di “Notti al Museo” per capirci. Per chi non ricordasse, facciamo un rapido sunto. Il bando, pensato da Franceschini, proponeva agli artisti di mettere in scena spettacoli in siti di interesse storico culturale. E fin qui tutto bene. Interessante, direbbe chiunque. Se non fosse che la prestazione artistica doveva essere a titolo gratuito, e naturalmente l’artista avrebbe dovuto provvedere a pagarsi da solo anche la siae e l’assicurazione. Certo, il fine era nobile: “Promuovere la creatività italiana in alcuni dei luoghi della cultura statali più significativi, contribuendo, altresì, a potenziare l’offerta in occasione delle aperture notturne e ad attrarre, di conseguenza, un numero più ampio di visitatori attraverso altre espressioni d’arte”. Tutto interessante, giustissimo e di sicuro impatto, peccato che tutto gravasse interamente sugli artisti, che oltre ad esibirsi gratuitamente avrebbero anche dovuto spendere soldi di tasca loro. Probabilmente ci si aspettava che il piacere di esibirsi in un luogo magico come Pompei, o il Colosseo, avrebbe invogliato gli artisti a “investire” nell’esibizione. Qualcuno se ne risentì - come è ovvio - e l’irrispettoso bando scomparve. Allora: se questo è lo spirito, non ci siamo proprio. Quanto ai “consigli non richiesti” a Dario (speriamo) 2.0, riprendiamo da dove siamo partiti, e cioè dai Comuni d’Italia. Chi conosce i territori? Chi potrebbe descriverne ogni angolo e ogni meraviglia? Chi quei territori li vive, non c’è dubbio. Cosa ne sa un Ministro delle tante chiese e delle mille torri, dei campanili e delle antiche porte, degli innumerevoli affreschi e delle pietre che compongono l’infinito mondo degli ottomila Comuni d’Italia? Pompei, Ercolano, il Colosseo, gli Uffizi e tutti gli altri luoghi a questi esempi assimilabili in quanto famosi in tutto il globo, sono essi stessi un mondo infinito, che ha bisogno di tutta l’attenzione possibile e delle risorse idonee alla sua conservazione e valorizzazione. Ma non basta. Perché c’è poi quell’infinito mondo troppo spesso considerato “di serie B”, che sono i piccoli borghi con i loro inestimabili tesori. Parliamo di migliaia di piccoli centri, ricchissimi di storia e di cultura, materiale e immateriale che un Ministro non conosce, inevitabilmente. Ci sono le Soprintendenze, direte voi. Le Soprintendenze, certo, che sono talmente vaste in termini territoriali che restano inesorabilmente fagocitate da qualcosa che è più grande di loro, che sono talmente pesanti da essere elefantiaci meccanismi intasati di scartoffie, con dipendenti ai quali si concede con difficoltà persino l’auto di servizio, e ai quali vengono rimborsate le spese di trasporto solo se si spostano con mezzi pubblici. Se di professione fate - per esempio - i restauratori, provate a caricare sul mezzo pubblico gli attrezzi del mestiere per recarvi in un piccolo borgo sperduto dell’Appennino (che poi è pure terremotato) per andare a mettere in sicurezza un affresco... è follia, in un Paese come l’Italia, che nasconde tesori in ogni angolo. E allora i Comuni. Invece che accorpare le Soprintendenze (idea geniale di un inadeguato Ministro, secondo quanto a inadeguatezza forse solo allo stesso “Franceschini prima maniera”), il Ministro potrebbe dirottare le energie ai Comuni, veri detentori del patrimonio locale, veri conoscitori dei propri tesori, laddove per energie si intende, sì, fondi, ma anche personale preparato, competente, del posto. L’ossatura del Belpaese sono loro, i piccoli borghi, meravigliose gemme disseminate lungo lo Stivale, invidiati dal mondo intero e frustrati da un sistema incapace di tutelarli e di proteggerli. Franceschini prima maniera non sarebbe in grado di fare niente del genere, l’unica speranza è confidare in Dario 2.0

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