Consigli non richiesti
per Dario 2.0
Se
Franceschini pensa di assolvere
al suo mandato da Ministro
con i criteri
che ha adoperato nel suo incarico precedente
sbaglia di grosso
di Anna Beatrice d’Assergi
Ottomila. Tanti sono i Comuni d’Italia: oltre 300 si trovano in Abruzzo,
più di cento un Molise, altrettanti in Basilicata. Quasi 400 si trovano nel
Lazio, 228 nelle Marche, un centinaio in Umbria, quasi 300 in Toscana. A conti
fatti, il solo centro Italia di Comuni ne conta circa 1300. Altrettanti si
trovano al Sud, mentre le due isole maggiori ne contano, insieme, circa 800. I
restanti 4.400 sono ubicati nell’operoso Nord. Ottomila Comuni: ciascuno di
essi possiede frazioni, quartieri - spesso molto estesi - e tutti possiedono
una storia, e nella maggior parte dei casi è una storia lunga e ricchissima,
per la maggior parte di essi parliamo di una storia millenaria. In ogni angolo d’Italia,
dalle coste all’Appennino, dalla punta più meridionale della Sicilia fino alle
Alpi, il Belpaese è uno scrigno in buona parte non ancora aperto. Migliaia sono
anche i professionisti del settore che da troppo tempo vedono frustrate le loro
ambizioni di lavorare nell’ambito per il quale hanno scelto di dedicare anni di
studi e di esperienza sul campo. L’Italia, se guardiamo ai tesori che possiede,
potrebbe vivere principalmente di turismo culturale, dovrebbe essere meta di
studiosi da ogni angolo del mondo, esempio di promozione del settore. Se
Franceschini pensa, però, di assolvere al suo mandato da Ministro con i criteri
che ha adoperato nel suo incarico precedente, sbaglia di grosso. Probabilmente
un po’ tutti ricordano lo scivolone del bando dell’estate 2014, quello di
“Notti al Museo” per capirci. Per chi non ricordasse, facciamo un rapido sunto.
Il bando, pensato da Franceschini, proponeva agli artisti di mettere in scena
spettacoli in siti di interesse storico culturale. E fin qui tutto bene. Interessante,
direbbe chiunque. Se non fosse che la prestazione artistica doveva essere a
titolo gratuito, e naturalmente l’artista avrebbe dovuto provvedere a pagarsi
da solo anche la siae e l’assicurazione. Certo, il fine era nobile: “Promuovere
la creatività italiana in alcuni dei luoghi della cultura statali più
significativi, contribuendo, altresì, a potenziare l’offerta in occasione delle
aperture notturne e ad attrarre, di conseguenza, un numero più ampio di
visitatori attraverso altre espressioni d’arte”. Tutto interessante,
giustissimo e di sicuro impatto, peccato che tutto gravasse interamente sugli
artisti, che oltre ad esibirsi gratuitamente avrebbero anche dovuto spendere
soldi di tasca loro. Probabilmente ci si aspettava che il piacere di esibirsi
in un luogo magico come Pompei, o il Colosseo, avrebbe invogliato gli artisti a
“investire” nell’esibizione. Qualcuno se ne risentì - come è ovvio - e
l’irrispettoso bando scomparve. Allora: se questo è lo spirito, non ci siamo
proprio. Quanto ai “consigli non richiesti” a Dario (speriamo) 2.0, riprendiamo
da dove siamo partiti, e cioè dai Comuni d’Italia. Chi conosce i territori? Chi
potrebbe descriverne ogni angolo e ogni meraviglia? Chi quei territori li vive,
non c’è dubbio. Cosa ne sa un Ministro delle tante chiese e delle mille torri,
dei campanili e delle antiche porte, degli innumerevoli affreschi e delle
pietre che compongono l’infinito mondo degli ottomila Comuni d’Italia? Pompei,
Ercolano, il Colosseo, gli Uffizi e tutti gli altri luoghi a questi esempi
assimilabili in quanto famosi in tutto il globo, sono essi stessi un mondo
infinito, che ha bisogno di tutta l’attenzione possibile e delle risorse idonee
alla sua conservazione e valorizzazione. Ma non basta. Perché c’è poi
quell’infinito mondo troppo spesso considerato “di serie B”, che sono i piccoli
borghi con i loro inestimabili tesori. Parliamo di migliaia di piccoli centri,
ricchissimi di storia e di cultura, materiale e immateriale che un Ministro non
conosce, inevitabilmente. Ci sono le Soprintendenze, direte voi. Le
Soprintendenze, certo, che sono talmente vaste in termini territoriali che
restano inesorabilmente fagocitate da qualcosa che è più grande di loro, che
sono talmente pesanti da essere elefantiaci meccanismi intasati di scartoffie,
con dipendenti ai quali si concede con difficoltà persino l’auto di servizio, e
ai quali vengono rimborsate le spese di trasporto solo se si spostano con mezzi
pubblici. Se di professione fate - per esempio - i restauratori, provate a
caricare sul mezzo pubblico gli attrezzi del mestiere per recarvi in un piccolo
borgo sperduto dell’Appennino (che poi è pure terremotato) per andare a
mettere in sicurezza un affresco... è follia, in un Paese come l’Italia, che
nasconde tesori in ogni angolo. E allora i Comuni. Invece che accorpare le
Soprintendenze (idea geniale di un inadeguato Ministro, secondo quanto a
inadeguatezza forse solo allo stesso “Franceschini prima maniera”), il Ministro
potrebbe dirottare le energie ai Comuni, veri detentori del patrimonio locale,
veri conoscitori dei propri tesori, laddove per energie si intende, sì, fondi,
ma anche personale preparato, competente, del posto. L’ossatura del Belpaese
sono loro, i piccoli borghi, meravigliose gemme disseminate lungo lo Stivale,
invidiati dal mondo intero e frustrati da un sistema incapace di tutelarli e di
proteggerli. Franceschini prima maniera non sarebbe in grado di fare niente del
genere, l’unica speranza è confidare in Dario 2.0.
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