LA TRAVERSATA NEL DESERTO
Vero che Salvini in un anno ha raddoppiato i voti
ma la Meloni, senza avere il potere, li ha triplicati
Ora si tratta di organizzare una grande opposizione in
Parlamento
come pure nella società, ma senza l’arroganza che troppo spesso
ha caratterizzato la Destra egli ultimi anni
di Roberto Buonasorte
Ovvio che a ciascuno di noi avrebbe fatto piacere tornare
subito alle urne, ad iniziare da chi in Parlamento ci sarebbe rimasto, chi ci
avrebbe approdato per la prima volta, fino a quelli che ci sarebbero tornati.
Con un Governo di centrodestra sarebbero stati felici i
cittadini che finalmente avrebbero potuto godere di una Italia più sicura,
imprese e professionisti che avrebbero potuto usufruire di un fisco più equo, i
giovani che forse avrebbero avuto meno tentazioni di fuggire all’estero.
Ma così non è stato.
Matteo Salvini ha pagato una esposizione mediatica travolgente,
esagerata; ha messo paura quando ha invocato per se “pieni poteri”, e dichiarato
“guerra” a tutti: dal Papa a Bruxrelles, da Parigi a Berlino.
Ma uno su tutti, a nostro modesto parere, è stato l’errore
fatale: l’ambiguità tenuta in politica estera.
Con la stessa disinvoltura con cui si concede per un selfie
dopo una manifestazione a Vicenza piuttosto che a Crotone o Palermo, egli lo ha
fatto con Putin come pure con Trump.
Chiaro che usiamo il paragone del selfie solo come esempio, a
ben vedere infatti non poche sono state le oscillazioni di Matteo tra i due
leader mondiali, addirittura con una piccola parentesi di simpatia anche verso
la Cina.
Puoi “giocare” e cambiare idea in prossimità delle nomine in
Rai, ma mai in politica estera…
Il lettore, giustamente irritato dopo la manovra tutta di
palazzo che ha portato al Conte bis, potrebbe obiettare dicendo che il popolo è
con Salvini tant’è che dal marzo 2018 ha raddoppiato i voti; che dire allora –
ribattiamo noi – della Meloni che pur non avendo l’esposizione di Salvini,
tantomeno il potere dei leghisti in quanto, come è noto è all’opposizione,
eppure i voti li ha triplicati?
Semplice: Fratelli d’Italia si è caratterizzata per almeno tre
motivi: la coerenza nel posizionamento del partito sempre all’opposizione senza
sbavature, assenze tecniche o voti ambigui; poi con un’opposizione ferma e
decisa ma mai urlata o fatta di pagliacciate che spesso finiscono per
offendere le Istituzioni e dunque ti fanno apparire come uno non adatto a
governare (è finita l’era della battuta continua e dell’arroganza che porta a pretendere di avere
sempre ragione) ed infine il coraggio di aver aperto il partito non solo verso le
anime centriste e cattoliche diffuse nel Paese, ma anche dando spazio ai giovani favorendo così un
ricambio che a differenza di Renzi che lo ha imposto solo con la scusa della
rottamazione, dalle parti di Fdi lo si sta facendo premiando i territori, non certo
perché appartenenti ad un piccolo o grande “cerchio magico”.
Per tante ragioni, espresse sul blog con motivazioni fondate,
riteniamo che questo governo duri, e purtroppo pure a lungo, per questo ci
attende una “lunga traversata nel deserto” che inizierà proprio lunedì con la manifestazione popolare di protesta davanti a Montecitorio insieme a
Giorgia Meloni.
Ci attendono mesi durissimi, ma se usiamo metodi e termini son
solo urlati, se sapremo fare una opposizione parlamentare ferma e con proposte credibili, se sapremo apparire competenti ma modesti, se non ci infileremo nel
canale fatto solo di slogan, allora potremmo, potrebbe (la Meloni) ambire nel
medio termine addirittura a guidare e rappresentare l’intero centrodestra. Se invece
si segue la via del consenso rapido, del voglio tutto e subito, si rischia di fare
la fine di Matteo Renzi. E pure l’altro Matteo sembra incamminarsi verso la
stessa strada.
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