7.9.19


I ritratti del sabato


Walter Veltroni

Er Cavaliere nero

Ogni tanto riciccia.

Walter Veltroni è di quei personaggi doppi, buoni per ogni stagione, “ma anche”, come spesso lo hanno soprannominato ironizzando su quella sua capacità – riuscendo persino a convincere se stesso – di fare una cosa ma anche il contrario, dire una cosa ma anche il contrario, pensare una cosa ma anche il contrario.
Personaggio doppio, Walter Veltroni, che di doppio c’ha pure il mento.
Quella propensione alla doppiezza lo porta addirittura a cambiare nome.
Si dice infatti che il vero nome originariamente fosse Valter sia scritto con la “V”, ma durante una delle sue tante conversioni – in quel caso all’americanismo – lo porta, probabilmente in omaggio al suo idolo Walt Disney, a sostituirlo con una bella “W” anch’essa doppia, infatti oggi si firma Walter.
Politicamente nasce nel Partito Comunista Italiano e lì che costruisce tutta la sua carriera e ne trae grandi fortune, salvo dichiarare successivamente che in fondo egli non era mai stato veramente comunista…
Sindaco di Roma per un mandato, doppio anch'esso (anche se il secondo non lo conclude perché si candida nel 2008 a Premier) nel 2006 dichiara che finita quell’esperienza smette di fare politica e che avrebbe potuto trasferirsi in Africa, dove c’è tanto bisogno di aiuto.
Ma de che? Non contento di aver collezionato un mandato da Consigliere comunale, sei Legislature alla Camera, due mandati da sindaco, e pure Ministro, si fa un altro bel giro in Parlamento dal 2008 al 2013.
E il Continente nero?
Niente, Walter stava bene a Roma nell’elegante quartiere “Salario”, e dunque non vedendolo arrivare, sono stati gli africani a venire da noi…
Una vita, quella di Veltroni fatta di annunci e rinunce, proclami e ritirate.
Con la stessa disinvoltura con cui passa dal Campidoglio alla Camera e viceversa, finite le poltrone da occupare in politica, si ricorda di avere il diploma di “istituto professionale per la cinematografia e la televisione” sempre nel segno della doppiezza inizia la sua nuova vita.
Nel 2014 gira il film - docoumentario "Quando c'era Berlinguer" lo intitola, tanto per non essere mai stato comunista.... Nel 2015 esce il secondo film-documentario "I bambini sanno", in cui si racconta attraverso le voci di trentanove bambini, interrogandoli sulla vita, l'amore, il rapporto con Dio, la famiglia e,  in ossequio alla doppiezza  come poteva mancare l'omosessualità? Nello stesso anno scrive il romanzo "Ciao", (per cui portiamo molto rispetto) in cui dialoga idealmente con il padre scomparso quando Walter aveva appena un anno. Due anni più tardi, nel 2017, realizza il suo terzo film: "Indizi di felicità", lo intitola; che poi potrebbe essere tranquillamente autobiografico...



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