24.9.19

IN UMBRIA

PATTO CINICO



PD e Cinque Stelle tirano fuori dal cilindro
il Presidente di Federalberghi regionale
Il centrodestra schiera la Senatrice Tesei, 
anche se senza primarie


di Roberto Buonasorte

Patto cinico, altro che patto civico…
Proprio così, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, nascondendosi dietro un finto civismo, hanno trovato la quadra per le imminenti elezioni regionali che si terranno in Umbria il 27 ottobre.
Sembravano destinati ad un lungo periodo di opposizione, i rossi, anzi i rossi e i gialli, ad inizio di agosto scorso, ma poi un po’ per le manovre di Palazzo, un po’ per la superficialità con cui è stata gestita la crisi, ci siamo ritrovati con tutti i vecchi tromboni della sinistra improvvisamente (ed inaspettatamente, anche per loro…) di nuovo al Governo.
Non contenti - da questo blog lo abbiamo scritto sin da subito - sono iniziate le trame per giungere ad una alleanza organica e duratura (tra PD e Cinque Stelle) passando proprio per la prova più dura: quella delle regionali appunto.
Zingaretti e Di Maio (e da qualche giorno anche Matteo Renzi) sono così divenuti i protagonisti di questa “nuova” stagione, e sapevano benissimo sin dall’inizio che se avessero dato il semaforo verde all’alleanza, essa sarebbe dovuta durare nel tempo.
Per il PD, con il povero Nicola Zingaretti circondato da Franceschini e Renzi, è stato un gioco da ragazzi ratificare l’accordo, così come per Bersani, LEU e via discorrendo: un’occasione del genere non gli sarebbe capitata più per tutta la vita…
I grillini invece, così come accaduto per il contratto con la Lega lo scorso anno e per la nascita del Conte due, anche per le regionali umbre, si sono affidati alla fantastica “Piattaforma Rousseau”, che in un precedente articolo ironicamente abbiamo soprannominato “Piattaforma russò” per via di quella propensione alla sonnolenza nella quale i grillini sembrano esser precipitati da quando affollano le stanze del potere.
Dopo alcune rinunce e ripensamenti il “Patto cinico” ha individuato quale candidato l’imprenditore Vincenzo Bianconi.



Bianconi, 46 anni, oltre a gestire insieme alla famiglia numerosi alberghi e ristoranti, è il presidente regionale di Federalberghi.
L’unico albergo che ha riaperto dopo il terremoto dell’ottobre 2016 è Palazzo Seneca il più prestigioso del gruppo che si trova nel centro storico della città di San Benedetto. Bianconi, anche per via dell’attività imprenditoriale che svolge è stato – dopo l’ex Sindaco di Amatrice Pirozzi – tra le voci più forti nel chiedere norme che snelliscano le lentezze burocratiche che stanno paralizzando la ricostruzione, non solo nella “sua” Valnerina umbra, ma in tutto il centro Italia.
Il centrodestra invece – che non si nasconde dietro nessun finto civismo – schiera con orgoglio la Senatrice Donatella Tesei.


Pur avendo abbandonato la battaglia per imporre le “primarie” che per lungo periodo aveva caratterizzato la novità da esaltare quale strumento per una effettiva partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, la scelta è stata fatta su una donna molto capace.
Avvocato e già amministratore locale (è stata eletta Sindaco per ben due volte a Montefalco in provincia di Perugia) la Tesei dal marzo scorso, per volontà di Salvini siede a Palazzo Madama.
E’ stata eletta nel collegio di Terni con la percentuale del 38,5% stracciando, rispettivamente, Marco Moroni (Cinque Stelle) che si è fermato al 28% e Simonetta Mignozzetti (PD) che ha raccolto il 25,5%, percentuali minime per LEU e gli altri.
Basterà il trucchetto del “Patto civico” per abbindolare gli elettori? Sarà sufficiente nascondersi dietro il volto di un imprenditore per far dimenticare gli scandali della sanità umbra che hanno portato alle dimissioni del Presidente del PD Catiuscia Marini?
Quanto sarà influenzato il risultato finale da quella tendenza verso il basso - che tutti gli analisti registrano – della Lega di Matteo Salvini?
Tanti dubbi, tanta rabbia, e una passione: quella per la buona politica, che però rischia di scemare di fronte a tanto trasformismo, a personaggi ormai andati e che non si rassegnano al tempo che passa, all’opportunismo che sì, c’è sempre stato in politica, ma che mai aveva toccato livelli così bassi.
























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