IN
UMBRIA
PATTO
CINICO
PD e Cinque Stelle tirano fuori dal cilindro
il Presidente di Federalberghi regionale
Il centrodestra schiera la Senatrice Tesei,
anche se senza primarie
di Roberto Buonasorte
Patto cinico, altro che
patto civico…
Proprio così, Nicola
Zingaretti e Luigi Di Maio,
nascondendosi dietro un finto civismo, hanno trovato la quadra per le imminenti
elezioni regionali che si terranno in Umbria
il 27 ottobre.
Sembravano destinati ad un lungo periodo di opposizione, i
rossi, anzi i rossi e i gialli, ad inizio di agosto scorso, ma poi un po’ per le
manovre di Palazzo, un po’ per la superficialità con cui è stata gestita la
crisi, ci siamo ritrovati con tutti i vecchi tromboni della sinistra
improvvisamente (ed inaspettatamente, anche per loro…) di nuovo al Governo.
Non contenti - da questo blog lo abbiamo scritto sin da
subito - sono iniziate le trame per giungere ad una alleanza organica e
duratura (tra PD e Cinque Stelle) passando proprio per la
prova più dura: quella delle regionali appunto.
Zingaretti e Di Maio (e da qualche giorno anche Matteo Renzi) sono così divenuti i
protagonisti di questa “nuova” stagione, e sapevano benissimo sin dall’inizio che
se avessero dato il semaforo verde all’alleanza, essa sarebbe dovuta durare nel
tempo.
Per il PD, con il povero Nicola Zingaretti circondato da Franceschini e Renzi, è stato un gioco
da ragazzi ratificare l’accordo, così come per Bersani, LEU e via
discorrendo: un’occasione del genere non gli sarebbe capitata più per tutta la
vita…
I grillini invece, così come accaduto per il contratto con la
Lega lo scorso anno e per la nascita
del Conte due, anche per le
regionali umbre, si sono affidati alla fantastica “Piattaforma Rousseau”, che in un precedente articolo ironicamente
abbiamo soprannominato “Piattaforma
russò” per via di quella propensione alla sonnolenza nella quale i grillini
sembrano esser precipitati da quando affollano le stanze del potere.
Dopo alcune rinunce e ripensamenti il “Patto cinico” ha individuato quale candidato l’imprenditore Vincenzo Bianconi.
Bianconi, 46 anni, oltre a gestire insieme alla famiglia
numerosi alberghi e ristoranti, è il presidente regionale di Federalberghi.
L’unico albergo che ha riaperto dopo il terremoto
dell’ottobre 2016 è Palazzo Seneca
il più prestigioso del gruppo che si trova nel centro storico della città di San Benedetto. Bianconi, anche per via
dell’attività imprenditoriale che svolge è stato – dopo l’ex Sindaco di Amatrice Pirozzi – tra le voci più
forti nel chiedere norme che snelliscano le lentezze burocratiche che stanno
paralizzando la ricostruzione, non solo nella “sua” Valnerina umbra, ma in tutto il centro Italia.
Il centrodestra invece – che non si nasconde dietro nessun
finto civismo – schiera con orgoglio la Senatrice Donatella Tesei.
Pur avendo abbandonato la battaglia per imporre le “primarie” che per lungo periodo aveva
caratterizzato la novità da esaltare quale strumento per una effettiva partecipazione
e coinvolgimento dei cittadini, la scelta è stata fatta su una donna molto
capace.
Avvocato e già amministratore locale (è stata eletta Sindaco
per ben due volte a Montefalco in
provincia di Perugia) la Tesei dal
marzo scorso, per volontà di Salvini
siede a Palazzo Madama.
E’ stata eletta nel collegio di Terni con la percentuale del 38,5%
stracciando, rispettivamente, Marco
Moroni (Cinque Stelle) che si è
fermato al 28% e Simonetta Mignozzetti (PD) che ha
raccolto il 25,5%, percentuali
minime per LEU e gli altri.
Basterà il trucchetto del “Patto civico” per abbindolare gli
elettori? Sarà sufficiente nascondersi dietro il volto di un imprenditore per
far dimenticare gli scandali della sanità
umbra che hanno portato alle dimissioni del Presidente del PD Catiuscia Marini?
Quanto sarà influenzato il risultato finale da quella
tendenza verso il basso - che tutti gli analisti registrano – della Lega di
Matteo Salvini?
Tanti dubbi, tanta rabbia, e una passione: quella per la
buona politica, che però rischia di scemare di fronte a tanto trasformismo, a
personaggi ormai andati e che non si rassegnano al tempo che passa, all’opportunismo
che sì, c’è sempre stato in politica, ma che mai aveva toccato livelli così
bassi.
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