Oggi alle 18 si riunirà il Senato per
votare
il calendario d’Aula
il calendario d’Aula
Manovratori in campo per evitare le
urne,
e questo è davvero vergognoso
e questo è davvero vergognoso
Gli Italiani non meritano l’ennesimo
ribaltone,
abbiamo già dato…
abbiamo già dato…
di Roberto Buonasorte
In un tendone da circo dovrebbero riunirsi, questi “Signori”
che stanno manovrando in queste ore.
Lì dove di solito recitano trasformisti, maschere,
equilibristi; perché questo sembrano. Il timore delle urne probabilmente
dipende dal fatto che molti di loro sono consapevoli che a Palazzo Madama o a
Montecitorio, luoghi dove hanno legiferato i Padri della Patria, da De
Gasperi a Moro, da Berlinguer ad Almirante, sarà
difficile tornare, per loro.
L’Italia ha visto persone come Pierferdinando Casini entrare
in Parlamento nel 1983 (non c’è un errore di battitura amici miei, sono davvero
36 anni che bazzica tra Camera
e Senato): aveva 28 anni, Pier, quando vi ha
fatto ingresso la prima volta, non ne è più uscito… l’Italia oggi è cambiata,
ha voglia di rinnovamento, è stanca di vedere personaggi come lui invecchiare
là dentro e davanti alle telecamere, con gli stessi toni compassati e falsi, le
stesse frasi, lo stesso atteggiamento. Vale per tanti volti ormai marmorizzati
tra le sedie del Parlamento, tipo Bruno Tabacci, la De Petris, Bonino;
ma anche Grasso, la Lorenzin, che pure vi hanno fatto ingresso
più di recente, chi li rivoterebbe, oggi?
Sempre per rimanere nel campo del circo dunque, da oggi
entrano in scena i prestigiatori e gli illusionisti.
Si sentono i salvatori della Patria (termine che riscoprono
solo adesso, il che è davvero curioso), si atteggiano a quelli deputati a “fermare
il barbaro che ci sta isolando in Europa”, e nel frattempo fanno i conti con i
numeri a disposizione per evitare di fare gli scatoloni.
159: tanti sarebbero i Senatori pronti a sbarrare la strada
alle elezioni subito; aderirebbero al fronte del “no alle urne” i 5 Stelle, il
PD, quei quattro gatti di LEU e qualche “responsabile” che in questi casi non
manca mai.
Oggi alle 18 dunque, quest’asse voterà per rivedersi il 20
agosto, ma non per votare sulla mozione di sfiducia a Conte, ma per
ascoltare le sue comunicazioni, successivamente – chiedono sempre quelli
dell’armata Brancaleone – si voterà la mozione di sfiducia al Ministro Salvini,
e solo dopo (giusto il tempo di trovare altri 4/5 disperati) si passerà a
Conte.
E mentre salirà altissima la tensione e l’indignazione
popolare, gli altri, quelli del circo invece, sperano che a salire sia lo
spread, crolli la borsa, si moltiplichino gli appelli (dal Papa in giù) alla
responsabilità, appunto.
L’appuntamento con il volere popolare sarebbe solo rimandato,
esperienze fallimentari e contro natura alla Mario Monti ne abbiamo già
viste e ci fu, all’epoca, un popolo poco reattivo.
Si permise tutto a Giorgio Napolitano, persino di
nominare il giorno prima Monti Senatore a vita e quello successivo affidargli l'incarico di formare il nuovo Governo e diventare Presidente
del Consiglio ma c’era, all’epoca, un leader del centrodestra azzoppato dalle
inchieste giudiziarie, un ex alleato, Gianfranco Fini, da
poco uscito dalla coalizione, e i soliti centristi sempre pronti a saltare di
qua e di la pur di salvare la poltrona.
Ma oggi è diverso, Salvini va fortissimo, la Meloni si
è rivelata paziente, coerente, coraggiosa, infatti guida l’unica
forza politica che insieme alla Lega cresce nei sondaggi.
Potranno, dunque, lorsignori, anche allungare il brodo per
qualche altro mese, ma prima o poi il giorno del giudizio arriverà, e sarà un
giudizio durissimo, senza appello.
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