Prima o poi, sara' questione di mesi,la Certosa di Trisulti
con l'antico monastero di San Bruno tornerà nella disponibilità dei Beni
culturali . Allora si tratterà di vedere il da farsi. Infatti se una cosa
questa vicenda ha insegnato e' che se le decisioni passano sopra la testa delle
forze religiose,
culturali, sociali, economiche del territorio, fanno si che il
bene diventi 'estraneo' al territorio. Cosi non potrà essere per la Certosa
nel prossimo futuro. Inevitabilmente, come per l'adiacente Santuario della
Madonna delle Cese riaffidato alla diocesi di Anagni -Alatri, anche Trisulti
dovrà seguire lo stesso percorso. La Certosa deve tornare a essere innanzitutto un luogo di
preghiera, perché questa è la sua ratio principale. Poi dato che dentro il
monastero esiste una libreria con migliaia di volumi non danneggiata
dall'occupazione napoleonica dell'Italia, come avvenuto invece con Casamari,
dovrà essere creata una partnership con associazioni culturali di livello per
promuovere incontri, conferenze, presentazioni di testi, partecipazione
d'intellettuali e scrittori in particolare con lo sfondo del Medioevo in tutte
le sue sfaccettature. E dato che esiste una delle più antiche farmacie al
mondo bisognerà sollecitare tutte le forze imprenditoriali del settore
affinché lo stesso Monastero diventi vetrina per tutte le ricerche di medicina
alternativa. Per non parlare della possibilità di utilizzare il bellissimo
chiostro per location di concerti e manifestazioni musicali e concertistiche
che già trovano ospitalità a Casamari. Si pensi ancora alla possibilità di
destinare una parte , anche minima del finanziamento ottenuto dalla nostra
Provincia per le ciclovie. Tutto questo affidato a una fondazione che veda
protagoniste le forze religiose, imprenditoriali, culturali, sociali,
scolastiche e formative del territorio, magari catalizzate dall'Ente provincia. Bisogna cominciare a pensarci seriamente per non riprodurre la cultura del lamento che
tanti danni ha fatto in Ciociaria.
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