10.8.19


I ritratti del sabato

Nicola Zingaretti
 Inauguriamo quest’oggi una nuova rubrica intitolata
“I ritratti del sabato” che curerà settimanalmente 
“Er Cavaliere nero”
Il pezzo d’esordio è dedicato 
all’ineffabile Segretario del PD detto “Saponetta”


Er Cavaliere nero

Bel personaggio, questo Nicola Zingaretti.
Per carità, l’uomo è anche simpatico, se vogliamo.
Politico di professione, nessuno sa esattamente che lavoro abbia svolto in vita sua avendo iniziato sin da giovanissimo a fare solo politica.
Capo dei giovani comunisti sin dall'età adolescenziale, Nicola promuove tante
iniziative nel campo del volontariato fino a divenire segretario romano dei Democratici di Sinistra.
Successivamente sarà Parlamentare europeo, Presidente della Provincia di Roma e poi Presidente della Regione Lazio.
Come tutti i veri comunisti si fa eleggere in ruoli rappresentativi e contemporaneamente si fa “assumere” dal partito, in modo da scaricare sull’Ente in cui si è stati eletti sia i contributi previdenziali che il rimborso dello stipendio. Anche se a “lavorare”, per via della carica ricoperta non gli consente di recarcisi…
Addirittura c’è una leggenda metropolitana che racconta come Zingaretti si sia fatto raddoppiare lo stipendio da “dipendente” del partito pochi giorni prima di accettare, nel 2008, la candidatura a Presidente della Provincia di Roma; ma noi non vogliamo credere a queste accuse gravi che evidentemente sono solo frutto della cattiveria che sempre c’è in politica, esattamente come avvenne con Renzi, assunto da Babbo Tiziano.
A Roma lo chiamano “er saponetta”, nomignolo che gli è stato affibbiato da chi lo conosce bene per via di quella sua capacità di sviare nei momenti incerti, inabissarsi quando tutto crolla, riemergere, con la faccia da verginella spaesata, quando la tempesta è passata.
Se c’è un’indagine, il suo comportamento è lo stesso sia che egli venga appena sfiorato oppure travolto in pieno: “Abbiamo fiducia nella magistratura”, si limita a dire, con un comunicato asciutto e divulgato a mezzo mondo, prima di inabissarsi per l’ennesima volta...
Voti di preferenza ne ha pochini, Nicola Zingaretti, oppure non vale un euro lo staff oltre che le decine di nominati negli enti regionali se è vero, come è vero, che nonostante abbia fatto pressioni su tutti – alle ultime regionali – per far votare un suo pupillo, quest’ultimo su 12 eletti del PD nella circoscrizione di Roma è arrivato 13mo, ed è stato costretto, Zingaretti, a nominare Assessore un Consigliere per far rientrare alla Pisana il suo protetto.
Ora che è diventato un leader nazionale, Zingaretti non disdegna di apparire in tv ogni volta che gli capita, un po’ – affermano i maligni – per invidia nei confronti del molto più celebre fratello attore (anche se in famiglia il vero "attore" è lui…), un po’ per quel modo vanitoso di porsi che si vede distante un miglio.
Ora il Nicola nazionale, quello che da Presidente di Regione non è riuscito ad eleggere neppure un consigliere, si è messo in testa di fare la “guerra” nientepopodimeno che a Matteo Salvini…
“Oggi che non avete più la maggioranza in Parlamento, dovete dimettervi e dare di nuovo la parola agli elettori!” ha tuonato poche ore fa con quella “s” moscia che gli provocò il primo soprannome, molto prima di “saponetta” e cioè “linguetta”, che poi sta ad indicare uno che è una via di mezzo tra il timido e il lecchino.
Ma perbacco, ci viene da esclamare ascoltando questa presa in giro, proprio tu… come ti permetti di fare la morale ad altri quando nella Regione che “governi” hai dovuto far ricorso a due transfughi eletti nel centrodestra per farti da stampella e continuare galleggiare?
In aggiunta a quanto scritto bisogna sapere che Zingaretti, oltre alle doti da trasformista di cui dispone, gode anche di una grande fortuna.
Quando le indagini giudiziarie travolgono gli uomini a lui più vicini, egli la scampa sempre: iscritto sul Registro degli indagati al mattino, viene prosciolto il pomeriggio…
Ora si avvicinano le urne, e se Zingaretti come crediamo si candiderà alle elezioni nazionali, la vogliamo avviare o no una grande raccolta di firme per farlo dimettere da Presidente della Regione prima delle politiche?
 


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