9.8.19

E ORA SI VOTI !






A furia di tirarla la corda si è spezzata
Ora però non si inventino giochini, si dia immediatamente
la parola agli elettori, anche se salterà il taglio dei parlamentari

di Roberto Buonasorte

E’ andato in onda il gioco del cerino ieri a tarda sera tra Salvini Di Maio e Giuseppe Conte, in diretta, come è ormai di prassi in questo tempo dove tutto precipita in pochi istanti, spesso con un tweet, in diretta Facebook o per via di una immagine catturata su Instagram. Ieri invece, se questo può consolarci, il dramma si è consumato attraverso la tradizionale televisione.
Conte che non si presentava in conferenza stampa in attesa di ascoltare fino all’ultima parola il comizio di Salvini a Pescara, dove non ha mai pronunciato la parola crisi, di fatto l’ha però aperta, e Giuseppe
Conte per parte sua ha fatto capire chiaramente che lui a dimettersi non ci pensa proprio; andiamo in Parlamento e sfiduciatemi se ne avete il coraggio, questo il senso delle sue parole, neppure troppo velato.
E il povero Di Maio, nella disperazione più totale, pur di allungare il brodo sta tentando di giocare la sua ultima carta, quella di votare – anche il 20 agosto dice lui – l’ultimo passaggio alla Camera sul taglio dei parlamentari.
Questo passaggio, di fatto, impedirebbe di votare in ottobre perché occorreranno almeno sei mesi per ridisegnare i collegi elettorali e la celebrazione del Referendum confermativo.
Tattiche, giochini, e guerra dei nervi, è la partita a cui stiamo assistendo ormai da troppo tempo; già dal giorno successivo l’approvazione del contratto di governo e la nascita della maggioranza gialloverde, potremmo dire.
Salvini ha giocato con Di Maio come il gatto con il topo, ma non solo Salvini, il povero Giggino i nemici li ha avuti anche in casa se è vero come è vero che un giorno si e l’altro pure lo hanno preso a sganassoni; nei giorni pari da Roberto Fico e in quelli dispari da Di Battista
Alle urne dunque, e senza indugio!
Nella speranza che il Capo dello Stato, nelle cui mani sta il pallino, rispetti la volontà del Parlamento, e diremmo anche quella  popolare, stando ai sondaggi e agli ultimi risultati elettorali; gli italiani vogliono un nuovo governo, di centrodestra; sovranista aggiungiamo noi.
Ne sarebbe lieto, di elezioni anticipate, anche Nicola Zingaretti, al quale poco importa se il PD prenderà il 18, il 20 o il 22%, egli sa bene che sarà costretto ad un lungo periodo di opposizione, ma almeno avrà fatto fuori dai gruppi parlamentari tutti i renziani.
Salvini e Meloni, stando a tutti i sondaggi invece, avrebbero una maggioranza schiacciante e il popolo italiano, finalmente, avrebbe un esecutivo coerente, coeso e con un programma incentrato su lotta all’immigrazione, sicurezza, taglio delle tasse.
Siamo già in campagna elettorale, pronti e più motivati che mai, anche se è agosto, meglio sacrificare qualche giorno di vacanza e regalare agli italiani cinque anni di buon governo che tenere in piedi questa baracca che ne ha combinate più di Carlo in Francia.


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