A vedere come si muovono
sembra che sia già cambiata la legge elettorale
Dalla convocazione delle piazze alle consultazioni di oggi,
Salvini Meloni e Berlusconi non sono d'accordo su nulla
Per non parlare poi del posizionamento in Europa...
di Roberto Buonasorte
Chiedono giustamente le elezioni anticipate i tre leader del fu centrodestra, ma poi si muovono in ordine sparso lasciando, quella che una volta si chiamava la base, senza parole.
A sentire i bene informati sembrerebbe che il PD per dare l’ok al taglio del numero
dei parlamentari, tanto caro ai grillini, abbia preteso con forza alcuni bilanciamenti, a partire dalla riforma della legge elettorale, da farsi, ovviamente, in senso proporzionale puro.
La questione è di primaria importanza.
Con il ritorno al proporzionale infatti si impedirebbe a Salvini di vincere da solo, cosa che gli sarebbe riuscita, a legislazione vigente, come
dimostrano le ultime intenzioni di voto, almeno fino a qualche giorno fa.
Con la riforma il centrodestra
non sarebbe costretto a correre insieme con la
formula tradizionale, il PD non dovrebbe elemosinare l’alleanza a Liberi e Uguali (che i maligni hanno soprannominato
Liberi e sempre gli stessi) i Cinque
Stelle manterrebbero la loro “verginità” non dovendo contaminarsi (salvo farlo un minuto dopo il voto…).
Vorremmo però dire, sommessamente, a Salvini Meloni e
Berlusconi, che a quella riforma ancora non ci siamo arrivati, e dunque fa
sorridere, se non arrabbiare, che in una fase delicata come quella attuale ognuno
va per conto proprio, esattamente come facevano i partiti della Prima Repubblica quando però, appunto, c’era il sistema elettorale proporzionale.
Cronaca delle ultime quarantotto ore:
Il Presidente Mattarella
inizia le consultazioni, la Meloni è la più lesta e
convoca la piazza, annunciandolo addirittura dal Quirinale,
per il giorno in cui si voterà la fiducia al Governo Conte.
Salvini non raccoglie l’invito mentre Berlusconi non ci pensa nemmeno lontanamente.
Passano poche ore ed ecco che Salvini ne convoca un’altra, di manifestazione, ma per il 19 ottobre. A cosa serve, farla tra due mesi solo lui lo sa… Non sarebbe
stato più logico alzare il telefono, sentire Giorgia, e organizzarne una
insieme, tentando di portare un milione di persone in piazza?
Poi sempre ieri, scorrendo le agenzie, alle 15.57 leggiamo
che della delegazione leghista che incontrerà Conte non farà parte Matteo
Salvini.
Alle 17.06 apprendiamo che anche la Meloni non farà parte
della delegazione di Fdi.
Berlusconi invece, insieme i Capigruppo di Forza Italia, ci
va eccome da Conte…
Ma voi tre – ci viene da chiedere – non vi parlate?
Pensa davvero Matteo Salvini che questo atteggiamento
continuerà a pagare?
Non può, Salvini, continuare ad incassare alleanze quando si
vota per le comunali e regionali e poi giocare in solitaria a livello
nazionale, altrimenti prima o poi rischia l’isolamento anche in Italia.
Lo stesso isolamento al quale lo hanno relegato in Europa, dove Berlusconi ha un ruolo importante nel PPE, i grillini sono stati determinanti
per l’elezione della Von der Leyen, la Meloni - esattamente come fece Gianfranco
Fini - ha intelligentemente aperto il partito ai democristiani del calibro di
Fitto, Antoniozzi e Ciocchetti, entrando in Europa nella Famiglia dei Conservatori e
Riformisti.
E lui, il Capitano, abbandonato persino da Viktor Orbàn, si
ritrova all'angolo, lui insieme a Marine Le Pen.
Meglio se riprendete a parlarvi, voi tre, la riforma della
legge elettorale in senso proporzionale non solo non è stata approvata, ma nemmeno
calendarizzata…
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