17.8.19


I ritratti del sabato


Giovanni Toti

Il Governatore della Liguria ha sbagliato i calcoli
pensava di far fuori il Cavaliere, 
che invece è tornato centrale
e ora c’è il fuggi fuggi, come accadde a “La Destra”

Er Cavaliere Nero

Con una buona dose di pigrizia giornalistica o malafede politica, quando si scrive di Giovanni Toti e della sua vittoria alle regionali liguri del 2015, si fa riferimento ad un presunto “Modello Liguria”.
In realtà il nostro simpatico Governatore ha vinto con 34,45% contro la candidata renziana Raffaella Paita, che aveva ottenuto il 27,85%, solo perché il centrosinistra si presentò diviso.
Dopo le primarie indette dal PD infatti, lo sfidante della Paita – l’ex sindacalista Sergio Cofferati – perse per un soffio, appena 4000 voti, e denunciò una serie di presunti brogli.
Il centrosinistra quindi si divise, quelli di Cofferati fecero votare l’altro candidato della sinistra, Luca Pastorino, che con il 9,42% ottenuto e sottratto alla Paita, favorì  la vittoria di Toti.
Tutto qua, altro che “Modello Liguria”…
Detto questo il personaggio che conosciamo questo sabato, come detto, è indubbiamente simpatico.
Faccia rotonda, pacchetto di Marlboro rosse sempre a portata di mano, mai un filo di
barba (proprio come pretende il Cavaliere da tutti i suoi collaboratori), fino a poco tempo fa sempre ossequioso verso il “cerchio magico”, il nostro personaggio pareva avere tutti i requisiti per sfondare.
Piaceva anche un po’ a sinistra, Giovanni Toti, il che al padre del Nazareno non dispiaceva affatto.
Sarà per quell’aria da eterno giovanotto, o per quel viso senza rughe che potrebbe vederlo sicuramente come testimonial per pubblicizzare qualche crema detergente, oppure per via di quelle camicie button down  indossate rigorosamente con i bottoni non abbottonati, che tanto ricordano Walter Veltroni o Chicco Testa e i radical chic che si ritrovano all’Ultima Spiaggia di Capalbio, sarà per tutto questo che Toti, piaceva  sia di qua e di là.
E dunque che fa il nostro, si mette in testa di sfidare Silvio Berlusconi, dal quale peraltro aveva ricevuto davvero tanto sia in termini professionali (a Mediaset) che in termini politici (fu Silvio ad imporlo alle Europee, a candidarlo alle regionali ed infine a nominarlo coordinatore del partito).
Ma lui niente, un po’approfittando delle difficoltà del Cav., un po’ forse caricato da Salvini, voleva fare il grande salto: sostituire Forza Italia con il suo nuovo movimento.
Sta di fatto che la crisi si ingarbuglia, Salvini fa i conti senza l’oste, il Cavaliere torna centrale nelle trattative, e pone il veto all’ingresso in coalizione di Toti e dei suoi che vede come traditori.
Si sa cosa significa subire i veti; e lo sanno bene, avendolo pagato sulla loro pelle,  quelli de La Destra quando Gianfranco Fini, era il 2008, lo impose nei loro confronti, buttandoli fuori dalla coalizione nonostante avessero messo coraggiosamente in campo un’offerta politica che entusiasmò migliaia di persone in tutta Italia.
Furono costretti a correre, insieme alla Fiamma Tricolore, in solitaria con Santanchè Premier, un milione di voti presero, il 2,4 per cento, però zero Deputati e zero Senatori, tant’è che Daniela dopo poche settimane tornò alla corte di Berlusconi che in cambio la nominò Sottosegretario.
Tornando a Toti già si parla di sfaldamento del suo gruppo, a partire dal Lazio, riferiscono i bene informati.
Nella Regione dove Zingaretti si regge a galla solo grazie al patto d’aula sottoscritto con generosità da due Consiglieri eletti nel centrodestra, Toti pensava di formare un gruppo con almeno tre Consiglieri: Adriano Palozzi (uno dei sei soci fondatori del movimento presenti dal notaio per l'atto di fondazione) e altri due, ma uno - dicono - non sarebbe  più così convinto di lasciare Forza Italia, l’altro starebbe già con un piede in Fratelli d’Italia.
Auguri Governatore…


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