I
ritratti del sabato
Giovanni Toti
Il Governatore della Liguria ha sbagliato i calcoli
pensava di far fuori il Cavaliere,
che invece è tornato
centrale
e ora c’è il fuggi fuggi, come accadde a “La Destra”
Er Cavaliere Nero
Con una
buona dose di pigrizia giornalistica o malafede politica, quando si scrive di Giovanni Toti e della sua vittoria alle
regionali liguri del 2015, si fa riferimento ad un presunto “Modello Liguria”.
In realtà il
nostro simpatico Governatore ha vinto con 34,45% contro la candidata renziana Raffaella Paita, che aveva ottenuto il
27,85%, solo perché il centrosinistra si presentò diviso.
Dopo le
primarie indette dal PD infatti, lo sfidante della Paita – l’ex sindacalista Sergio Cofferati – perse per un soffio,
appena 4000 voti, e denunciò una serie di presunti brogli.
Il
centrosinistra quindi si divise, quelli di Cofferati fecero votare l’altro
candidato della sinistra, Luca Pastorino,
che con il 9,42% ottenuto e sottratto alla Paita, favorì la vittoria di Toti.
Tutto qua,
altro che “Modello Liguria”…
Detto questo
il personaggio che conosciamo questo sabato, come detto, è indubbiamente
simpatico.
Faccia
rotonda, pacchetto di Marlboro rosse sempre a portata di mano, mai un filo di
barba (proprio come pretende il Cavaliere da tutti i suoi collaboratori), fino a poco tempo fa sempre ossequioso verso il
“cerchio magico”, il nostro personaggio
pareva avere tutti i requisiti per sfondare.
Piaceva
anche un po’ a sinistra, Giovanni Toti, il che al padre del Nazareno non dispiaceva affatto.
Sarà per
quell’aria da eterno giovanotto, o per quel viso senza rughe che potrebbe
vederlo sicuramente come testimonial per pubblicizzare qualche crema
detergente, oppure per via di quelle camicie button down indossate
rigorosamente con i bottoni non abbottonati, che tanto ricordano Walter
Veltroni o Chicco Testa e i radical
chic che si ritrovano all’Ultima Spiaggia di Capalbio, sarà per tutto questo che
Toti, piaceva sia di qua e di là.
E dunque che
fa il nostro, si mette in testa di sfidare Silvio
Berlusconi, dal quale peraltro aveva ricevuto davvero tanto sia in termini
professionali (a Mediaset) che in
termini politici (fu Silvio ad imporlo alle Europee, a candidarlo alle
regionali ed infine a nominarlo coordinatore del partito).
Ma lui
niente, un po’approfittando delle difficoltà del Cav., un po’ forse caricato da
Salvini, voleva fare il grande salto: sostituire Forza Italia
con il suo nuovo movimento.
Sta di fatto
che la crisi si ingarbuglia, Salvini fa i conti senza l’oste, il Cavaliere
torna centrale nelle trattative, e pone il veto all’ingresso in coalizione di
Toti e dei suoi che vede come traditori.
Si sa cosa
significa subire i veti; e lo sanno bene, avendolo pagato sulla loro pelle, quelli de La Destra quando Gianfranco Fini, era il 2008, lo impose nei loro confronti, buttandoli fuori dalla coalizione nonostante avessero messo coraggiosamente in campo un’offerta politica che entusiasmò
migliaia di persone in tutta Italia.
Furono
costretti a correre, insieme alla Fiamma Tricolore, in solitaria con Santanchè
Premier, un milione di voti presero, il 2,4 per cento, però zero Deputati e
zero Senatori, tant’è che Daniela dopo poche settimane tornò alla corte di
Berlusconi che in cambio la nominò Sottosegretario.
Tornando a
Toti già si parla di sfaldamento del suo gruppo, a partire dal Lazio,
riferiscono i bene informati.
Nella
Regione dove Zingaretti si regge a
galla solo grazie al patto d’aula sottoscritto con generosità da due Consiglieri eletti nel
centrodestra, Toti pensava di formare un gruppo con almeno tre Consiglieri: Adriano Palozzi (uno dei sei soci fondatori del
movimento presenti dal notaio per l'atto di fondazione) e altri due, ma uno - dicono - non sarebbe più così convinto di lasciare Forza Italia,
l’altro starebbe già con un piede in Fratelli
d’Italia.
Auguri
Governatore…
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