Tranne qualche eccezione nemmeno un piccolo titolo
ieri nelle prime pagine
per ricordare le 43 vittime del crollo
di Ponte Morandi
di Roberto Buonasorte
Bella figura, avete fatto ieri, signori
dell’editoria che conta, che per scelta nel primo anniversario del crollo del
ponte Morandi - dove morirono 43 persone - non avete ritenuto opportuno fare
neppure un piccolo titolo in prima pagina per ricordare quel tragico
evento.
Questo blog nasce - così come abbiamo
detto il 26 luglio scorso nella bella serata di Fiumicino assieme a Sergio Pirozzi, e alla quale abbiamo invitato il consigliere regionale Righini e
Federico Rocca - per contribuire, con umiltà, all’approfondimento
e al
confronto sul dibattito concernente le tematiche politiche, culturali e sociali
che investono questa epoca così complessa e piena di contraddizioni.
Ci ha molto colpito, dicevamo, ieri
mattina, nello sfogliare le prime pagine dei quotidiani constatare come,
giustamente, si dava notizia sulla crisi di Governo, sulla morte prematura che
ha colpito la brava conduttrice de Le Iene, Nadia
Toffa, addirittura sulla fantastica vincita da 206 milioni di euro al
Superenalotto centrata con una schedina da due euro giocata a Lodi. Ma neppure
una parola sul ponte Morandi.
Colpisce soprattutto la “censura” dei
cosiddetti giornaloni, e di quei giornali che notoriamente dovrebbero essere
lontani dai soliti radical chic che si identificano dai Benetton in giù.
E invece no, in piena crisi di governo,
quando si era arrivati ad un metro dalla revoca delle concessioni ad
Autostrade, alla vigilia dell’anniversario, un fronte trasversale e
probabilmente accomunato da un sottile filo di “interessi” decide di buttare la
notizia all’interno, dove è più difficile trovarla.
Ma oggi, per fortuna, esiste la rete, e
hai voglia esimi colleghi ad insabbiare, nascondere, sdebitarsi…
Ieri, dopo che le prime perizie hanno
accertato le grandi responsabilità di chi doveva occuparsi di vigilare sulla
manutenzione del ponte, i vertici della società concessionaria (tra l’altro
sotto inchiesta con l’accusa di reati gravissimi) avevano avuto la faccia tosta
di presentarsi alla commemorazione ma poi – dopo la giusta protesta dei familiari
delle vittime – sono stati costretti a lasciare la cerimonia; alla chetichella, con la mascherina, e probabilmente rossi di vergogna, come dovrebbero esserlo chi non ha ritenuto degna di notizia da prima pagina quell’anniversario così
tragico.
Nessun commento:
Posta un commento