DOVEVANO ESSERE ORE DECISIVE PER LA TENUTA DEL GOVERNO
MA ALLA FINE I GRILLINI HANNO PREFERITO LA POLTRONA
DAL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO A QUELLO CHE CAMBIA...IDEA
di Roberto Buonasorte
Dovevano essere ore davvero decisive quelle appena trascorse per capire se questo Governo avevafinito la sua
corsa o riusciva a sopravvivere.
In un agosto
torrido, e con l’altro ramo del Parlamento già sotto l’ombrellone a godersi le
vacanze, i Senatori era nochiamati a votare la mozione la conversione in legge del “Decreto sicurezza bis”.
Ma se tutti erano certi che sulla
mozione si sarebbe trovata sicuramente una ampia maggioranza a favore, appariva
più
insidioso l’esito sul Decreto sicurezza ove il Governo aveva posto la questione
della fiducia.
Un passaggio
dunque squisitamente politico.
Lega e
pentastellati giuravano che la maggioranza sarebbe andata in Aula blindata e che avevano i
numeri, in caso contrario il Presidente Conte
sarebbe stato costretto a salire al Colle e comunicare al Presidente Mattarella di non avere più la fiducia,
con tutte le conseguenze del caso.
Al Senato,
come si sa, i numeri ballano e sulla carta, solo se leghisti e grillini sarebbero stati tutti presenti a votare tutti per il sì, ce l'avrebbero fatta, magari per due
o tre voti, ma solo se anche dall’altra parte (da Forza Italia a Fratelli
d’Italia al PD, da LEU a frattaglie varie) sarebbero stati tutti
presenti in aula a votare no. Altrimenti, con assenze più o meno tecniche, più
o meno concordate, il quorum si sarebbe abbassato e ogni
tentativo da parte dei malpancisti grillini di azzoppare Di Maio e aprire la crisi di Governo, sarebbe saltato.
Le assenze tra i banchi dell'opposizione ci sono state e come, se è vero che su 319 Senatori in carica hanno votato solo in 238, ma la maggioranza, che conta su 165 Senatori, nonostante i cinque dissidenti grillini che sono usciti nel momento del voto, a incassato 160 sì.
Maggioranza autonoma e salva e dunque urne più lontane.
A settembre, alla ripresa tra le novità più attese c'è la possibilità di arrivare alla votazione in terza
lettura per il taglio del numero dei Deputati e Senatori che però, come dice
giustamente Giorgia Meloni –
riabbracciando una battaglia storica della destra politica italiana – non ha
senso se non si affianca ad essa, finalmente, anche l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
I partiti
sono quasi tutti nel caos, per via di lotte intestine mai sopite rischiano di
sbriciolarsi; da Forza Italia al PD ai grillini se le stanno dando di santa
ragione, ma se le urne si allontanano, quello che si avvicina è il tradizionale
appuntamento autunnale di #ATREJU
che anche quest’anno si svolgerà dal 20 al 22 settembre a Roma, nella
suggestiva cornice dell’Isola Tiberina.
E chissà se
la brava e coraggiosa presidente di Fratelli d’Italia non ci regalerà qualche
altra piacevole sorpresa su quel suo contenitore che sta diventando sempre più
plurale e attrattivo grazie ad una strategia inclusiva dove è stata cancellata
la parola “veto”…
Nessun commento:
Posta un commento