18.8.19

QUANDO LA MORTE RENDE IMMORTALI




di Anna Beatrice d’Assergi

Pompei nel 2018 si è caratterizzato come il secondo sito più visitato d’Italia dopo il Colosseo e il quinto nel mondo
La città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C. non è solo un interessantissimo sito archeologico, prezioso perché lo si può vivere fino in fondo, essendo una città romana perfettamente conservata nella sua interezza. 
Non è solo un luogo privilegiato per gli archeologi e per gli storici, per i restauratori e
per i turisti di tipo culturale, proprio grazie al fatto che è interamente percorribile e “studiabile”. Pompei è un luogo speciale, un mondo a sé, un’isola perfetta. Pompei non è solo storia, arte e architettura. Pompei è filosofia e sentimento, spiritualità e occasione di riflessione.
Ci puoi passeggiare dentro, la puoi vivere, puoi instaurare con lei un rapporto profondo e inscindibile: ci vai, la vivi, la percorri tutta, respiri la sua polvere, ti riempi gli occhi di lei, e resta con te per sempre. 
Restano con te quelle pietre, quei colori in molti casi perfettamente conservati e preservati, squisitamente restaurati, resta con te l’anima stessa di una città che è morta e, morendo, è diventata immortale.
È morta per un’eruzione di proporzioni straordinarie, ma quella cenere e quei lapilli che l’hanno ricoperta, l’hanno resa eterna e infinita. Ha reso a quelle persone l’eternità, e a quelli che sono venuti dopo la possibilità di conoscere, capire, riflettere.
C’è il dato storico, importantissimo: quella città si racconta in silenzio, e racconta tutto con precisione, con una esattezza straordinaria. 
È morta, quella città, ma è viva, pulsa, comunica, spiega, racconta, trasmette.
C’è il dato architettonico, preziosissimo, eccezionale.
C’è il dato artistico, con i suoi quattro stili che sono una narrazione sotto tutti i punti di vista.
Soprattutto, c’è lo spirito. Aleggia tra quelle mura, soffia tra le pietre, ti entra nelle narici, avvolge completamente.
Osservi le figure umane e animali e pensi all’immensità di ciò che hai davanti agli occhi: quei vuoti riempiti di una miscela di gesso e acqua, o di cemento e acqua, sono l’immagine fisica di quelle persone. 
Per lasciare un’impronta di sé, esse sono svanite, lasciando vuoti a loro immagine, vuoti che chi è arrivato quasi due millenni dopo ha voluto riempire per restituire loro una forma. Quella forma oggi si racconta al mondo intero, e rende eterna la città che è morta.
Andare a Pompei almeno una volta nella vita è necessario. Lo è per entrare in simbiosi con la storia dell’uomo, per capire il passato, ma anche per capire se stessi, l’oggi, e il domani.
Quando la lasci alle tue spalle e vai via da lei, sai già che ti mancherà. Ti mancherà il suo soffio vitale, quello che ha resistito al tempo e persino al Vesuvio.

Nessun commento:

Posta un commento